“Emission Trading”: integrato il Piano Nazionale di assegnazione delle emissioni

Con un comunicato-stampa del 26 febbraio 2005, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e il Ministerpo delle Attività Produttive si rende noto che hanno trasmesso, il 24 febbraio 2005, alla Commissione europea la richiesta integrazione al Piano Nazionale di assegnazione dei permessi di emissione di CO2 come previsto dalla direttiva 2003/87/CE.

La direttiva 2003/87/CE, recepita in Italia con il D.L. 273 del 12/11/2004 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 268, prevede che ciascuno Stato membro provveda affinché le emissioni di gas ad effetto serra generate dagli impianti che ricadono nel campo di applicazione della stessa direttiva siano monitorate e comunicate in conformità delle linee guida per il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra, approvate dalla Commissione europea con decisione C(2004)130 (Linee guida sul monitoraggio). Poiché il previsto Piano Nazionale di assegnazione, alle imprese interessate, delle quote di emissione precedentemente inviato a Bruxelles il 21 luglio 2004, è stato bocciato dalla Commissione, mancando il censimento delle quote di emissione per ogni singolo impianto, i Ministeri competenti hanno provveduto ad inviare, il 24 febbraio scorso, alla Commissione europea un nuovo Piano integrativo di assegnazione delle quote di emissione come richiesto dalla direttiva e la relazione tecnica esplicativa.
Il documento individua 1210 impianti relativi ai permessi di emissione di anidride carbonica per gli anni 2005-2006-2007, che il Governo intende assegnare agli impianti regolati dalla direttiva (art. 11, paragrafo 1) e dopo approvazione del Piano stesso da parte della Commissione. L’integrazione al Piano indica un’assegnazione, per il triennio citato, di quote mediamente pari a 234 milioni di tonnellate di CO2, che corrispondono a poco meno della metà delle emissioni consentite all’Italia dal Protocollo di kyoto. Inoltre è stata prevista – secondo quanto dettato dalla direttiva CE – una “riserva” di permessi per gli impianti industriali che inizieranno la loro attività nel triennio, pari a 64 milioni di tonnellate.
Inoltre, il Piano riconosce che il sistema industriale italiano ha già realizzato negli ultimi venti anni significativi interventi strutturali per aumentare l’efficienza energetica, e di conseguenza le missioni specifiche di anidride carbonica delle industrie italiane sono mediamente più basse di quelle delle altre industrie europee.Secondo il Comunicato del Ministero dell’ambiente, il Piano assume come riferimento l’obiettivo strategico delle sicurezza energetica del nostro Paese e sulla base di questi criteri il Piano salvaguarda la competitività delle imprese italiane.Vogliamo ricordare che per il settore termoelettrico, che nella versione del PNA del luglio 2004 aveva un metodo di assegnazione diverso dagli altri settori (“preavviso per tecnologia” e con aggiustamento a fine anno, contro il metodo “storico” degli altri settori)viene riportata una tabella sulle ore di funzionamento e sui coefficienti di emissione più ricca della precedente (è inclusa la “tecnologia a vapore a contropressione”) e le ore di funzionamento previste sono state leggermente modificate (ad esempio gli impianti a carbone “classici” sono previsti ad un funzionamento di 7100 ore/anno contro 7300 del luglio scorso).
Vogliamo ricordare che il pubblico potrà presentare le osservazioni alla presente integrazione al Piano di Assegnazione delle quote di CO2, attraverso l’indirizzo di posta elettronica info-ET@minambiente.it

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