Ambiente

AMBLAV: Progetto Plastic New Deal

Nell’ambito del progetto Plastic New Deal sul tema della riduzione della plastica monouso, di cui è capofila l’Associazione Ambiente e Lavoro, sono previsti tre incontri organizzati e curati da Legambiente Lombardia rivolti alle famiglie che partecipano al progetto.

L’obiettivo è fornire strumenti e materiali per un consumo consapevole dei prodotti in ambito familiare finalizzato alla riduzione dei materiali monouso in particolare di plastica.

Di seguito le date degli incontri
 7 febbraio 2022 – Acqua da bere quale? Evitiamo le bottiglie di plastica -> Locandina

 1 marzo 2022 – Meno rifiuti e più cibo sano. -> Locandina

 15 marzo 2022 – Cura della casa e della persona -> Locandina

19 maggio 2022 – Un incontro in presenza a Oggiono ->Locandina

23 maggio 2022 – Un incontro in presenza a Lomagna -> Locandina

7 giugno 2022 – Un incontro in presenza a Paderno D’Adda -> Locandina

15 giugno 2022 – Un incontro in presenza a Montevecchia -> Locandina

Slides iniziativa acque:
-> Slides

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Materiale Scaricabile:
Un patto territoriale tra imprese, Enti pubblici e terzo settore per un nuovo welfare ambientale

Ecoconsigli per ridurre i rifiuti e aiutare l’ambiente

PLASTIC NEW DEAL – Analisi di impatto ambientale

PLASTIC NEW DEAL – Questionario Dipendenti

PLASTIC NEW DEAL – Questionario Famiglie

PLASTIC NEW DEAL – Questionario Aziende


Dicono di noi…
“La Provincia” – 8 ottobre 2022 – scarica qui
Servizio “Teleunica” – 14 ottobre 2022 – scarica qui
Rassegna stampa progetto – scarica qui
MerateOnline 15 ottobre 2022 – scarica qui
La Provincia – 15 ottobre 2022 – scarica qui

Guarda il video su youtubeclicca qui

 

AMBLAV: BIODIVERSITA’ URBANA BRIANZA

La Fondazione Cariplo ha approvato un nuovo progetto dell’Associazione Ambiente e Lavoro

La Fondazione Cariplo, nell’ambito del bando Effetto ECO 2021, ha approvato e finanziato con un contributo di Euro 40.000 il progetto presentato dall’Associazione Ambiente e Lavoro, con l’Agenzia InnovA21 per lo Sviluppo Sostenibile

Il progetto che coinvolge aziende, Pubblica Amministrazione ed Enti del terzo settore ha l’obiettivo di costruire intorno alla progettazione e alla gestione delle aree verdi urbane una diffusa cultura ambientale che sappia fare sintesi tra i settori pubblico, privato e noprofit e superare la concezione del verde urbano come mero elemento di arredo.

Il progetto si svilupperà nell’area territoriale della Brianza

 

In allegato

AMBLAV: Progetto Europeo LIFE RE – PLAG

L’Associazione Ambiente e Lavoro aderisce al progetto europeo LIFE RE – PLAG che mira a sviluppare una filiera circolare, caratterizzata da un basso impatto ambientale, per il recupero ed il riciclaggio dei rifiuti di plastica agricoli.

IL progetto e stato presentato dalle aziende del settore nell’ambito del bando LIFE 2021 della Commissione Europea.

In allegato

Lettera di adesione

AMBLAV: Convegno Ecomondo Rimini 2021

L’Associazione Ambiente e lavoro presenta i primi risultati del progetto Plastic New Deal

Dal febbraio 2021 è attivo un progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo che promuove la riduzione della plastica monouso sia nel packaging industriale che nel consumo individuale. Il progetto coinvolge 4 aziende della Brianza Lecchese e vede tra i partner Legambiente Lombardia e diversi Comuni del territorio, oltre al contributo del CNR e delle società di raccolta rifiuti.

Nell’incontro verranno presentati i primi risultati del progetto e ci soffermeremo sul ruolo importante delle Associazioni ambientaliste nel favorire la costruzione di reti territoriali finalizzate a rendere più sostenibili i processi produttivi oltre che i comportamenti delle famiglie nella riduzione del consumo di plastica, a partire dai lavoratori delle aziende stesse.

In allegato

Link ai materiali https://amblav.it/eventi/ecomondo2021/

AMBLAV: RICONVERSIONE ENERGETICA, DECARBONIZZAZIONE ed ECOLOGIA INTEGRALE

RICONVERSIONE ENERGETICA, DECARBONIZZAZIONE ed ECOLOGIA INTEGRALE”

 Iniziativa on line alle ore 17.00 dell’Associazione Ambiente e Lavoro in collaborazione con Associazione Laudato SI, Energia Felice e Legambiente Lombardia.

Locandina

Video

AMBLAV: Corso di formazione sull’economia circolare

Corso di formazione sull’economia circolare organizzato da CGIL Sondrio e Associazione Ambiente e Lavoro a cui parteciperanno Wolfango Pirelli, segretario dell’Associazione e Carlo Brondi, ricercatore dell’istituto Stiima del CNR di Milano

L’incontro, rivolto a sindacalisti e delegati affronterà il tema dell’economia circolare nei suoi diversi aspetti per poi passare agli effetti della riconversione green sull’economia,

sull’organizzazione del lavoro e sui relativi processi produttivi

 

Si allegano le slides dell’incontro

AMBLAV: Progetto europeo Life Climaction di Legambiente

Associazione Ambiente e Lavoro sostiene il progetto europeo Life Climaction di Legambiente.

Il progetto si propone di favorire e rafforzare la partecipazione e il contributo della società civile al Green Deal Europeo e segnatamente ai temi del cambiamento climatico e della transizione energetica.

In allegato

AMBLAV: Progetto Plastic New Deal

PLASTIC NEW DEAL: Un patto territoriale tra imprese, Enti pubblici e terzo settore per un nuovo welfare ambientale.

La Fondazione Cariplo ha approvato il progetto dell’Associazione Ambiente e Lavoro

La Fondazione Cariplo, nell’ambito del bando Plastic Challenge, ha approvato e finanziato con un contributo di Euro 85.000 il progetto presentato dall’Associazione Ambiente e Lavoro, con partner Legambiente Lombardia e Comune di Osnago, per la riduzione delle plastiche monouso.

IL progetto che coinvolge aziende, Enti di Ricerca, Pubblica Amministrazione ed Enti del terzo settore ha l’obiettivo di promuovere, attraverso una fitta rete di relazioni territoriali la riduzione della plastica monouso sia nel packaging aziendale che nei consumi familiari.

Il progetto si svilupperà nell’area territoriale della Brianza lecchese

In allegato

AMBLAV: Un lavoro sostenibile per noi e per il pianeta.

Associazione Ambiente e Lavoro partecipa all’iniziativa promossa da CGIL Lombardia nell’ambito della Fiera “Fa la cosa giusta” a Milano

Giovedì 26 novembre alle 11, in diretta sui canali facebook, youtube e sui siti di Fa’ La Cosa Giusta e  Collettiva.it.

 

Fa’ La Cosa Giusta, la fiera degli stili di vita eco-sostenibili, quest’anno in edizione online.

“Un lavoro sostenibile per noi e per il pianeta” è il nome dell’evento: un’occasione per presentare la piattaforma della Cgil sullo sviluppo sostenibile e discutere di ambiente, lavoro, legalità.

Le trasformazioni del mondo del lavoro, la produzione e trasformazione dell’energia, le emergenze

climatiche e il dissesto idrogeologico, la riduzione dell’impatto ambientale attraverso l’intero ciclo di vita

del prodotto, la riduzione dei consumi e quindi dell’impatto sull’ambiente sono tematiche sfidanti per le

organizzazioni sindacali e per le lavoratrici e i lavoratori che sono doppiamente coinvolti: come addetti ai

lavori e come cittadini e consumatori.

 

Partecipano all’iniziativa Gianna Fracassi, vice-segretaria generale della Cgil nazionale, Massimo Balzarini della segreteria Cgil Lombardia, Wolfango Pirelli dell’Associazione Ambiente e Lavoro, Debora Roversi,

segretaria generale Cgil Pavia, Amalia Fumagalli del movimento Fridays For Future di Monza. Modera Patrizia Pallara, giornalista di Collettiva.

In allegato:

AMBLAV: Progetto per la riduzione degli imballaggi in plastica nelle aziende

Un contributo alla sostenibilità ambientale: presentazione di un progetto per la riduzione degli imballaggi in plastica nelle aziende

Workshop on line dell’Associazione Ambiente e Lavoro a Ecomondo 2020

Associazione Ambiente e Lavoro ha predisposto un progetto per la riduzione degli imballaggi in plastica nella gestione dei magazzini e del packaging.

Al progetto, definito con Legambiente Lombardia, hanno collaborato ricercatori del CNR e hanno aderito alcune aziende e comuni lombardi.

Nell’incontro verranno presentate le linee guida e le finalità del progetto.

Allegato

AMBLAV: Come ripartire dalla sostenibilità? Il mondo ambientale, del lavoro e dell’economia in dialogo con la città

L’Associazione Ambiente e Lavoro partecipa all’iniziativa promossa a Lecco dall’associazione Ambientalmente sul tema “Come ripartire dalla sostenibilità? Il mondo ambientale, del lavoro e dell’economia in dialogo con la città”

In allegato

AMBLAV: Dallo sviluppo sostenibile al lavoro sostenibile

Cgil Lombardia e Associazione Ambiente e Lavoro a convegno con le istituzioni e il mondo della ricerca

 

La Cgil Lombardia, in collaborazione con l’Associazione Ambiente e Lavoro, organizza un

convegno dal titolo “Dallo sviluppo sostenibile al lavoro sostenibile” giovedì 14 novembre presso la sede di CGIL Lombardia, Via Palmanova 22, Milano, dalle 9.30 alle 14.

Verranno declinati i temi della sostenibilità ambientale e la sua correlazione col lavoro, a partire

dai contenuti della piattaforma integrata per lo sviluppo sostenibile elaborata dalla Cgil.

Daranno il loro contributo scientifico Daniela Palma, ricercatrice ENEA, Carlo Brondi, ricercatore

CNR Milano, Marco Frey, docente Scuola Superiore di Pisa e presidente Global Compact Italia e

Marzio Marzorati, vicepresidente Legambiente Lombardia.

I temi del convegno verranno discussi anche con Matteo Dell’Acqua, Presidente Giovani

Imprenditori Confindustria Lombardia e Mario Nova, Direttore Generale Assessorato Ambiente e

Clima Regione Lombardia. Con gli interlocutori istituzionali verranno condivise le azioni e le

proposte messe in campo dalle rispettive organizzazioni.

 

Concluderà i lavori Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil nazionale.

 

-> Locandina

Associazioni: ci attendiamo dal nuovo Governo un cambio di passo, su ambiente si gioca la competitività dell'Italia.

Il nuovo Governo nella sua collegialità favorisca un cambio di passo nelle politiche ambientali che faccia capire come il rilancio e la competitività del Paese su scala globale debbano essere fondate su alti standard di qualità per: rendere sostenibili le scelte economiche e i consumi, aumentare l’efficienza nei processi produttivi e nei trasporti, diminuire le emissioni e i rifiuti, perseguire l’emancipazione energetica attraverso le fonti rinnovabili e la decarbonizzazione, conservare e valorizzare il nostro capitale naturale e i servizi ecosistemici. Questo il principale messaggio lanciato nel corso dell’incontro di oggi con il neoministro dell’Ambiente Sergio Costa dalle 23 Associazioni ambientaliste promotrici dell’Agenda Ambientalista 2018 – presentata a tutte le maggiori forze politiche durante la campagna elettorale – che nella sua versione integrale contiene 50 proposte per la nuova legislatura suddivise per 18 filoni tematici. Tra le iniziative più rilevanti e urgenti che sono state sottoposte al Ministro Costa si segnalano:

ENERGIA E CLIMA. Dare attuazione all’impegno assunto con la Strategia Energetica Nazionale 2017 approvando una norma per la fuoriuscita dal carbone al 2025 e definire in modo partecipato il Piano Energia e Clima, che va approvato entro il 2018, come primo passo della Strategia di decarbonizazione a lungo termine;

TRASPORTI E INFRASTRUTTURE. definire un Piano nazionale della Mobilità che aggiorni il Piano Generale dei Trasporti e della Logistica (PGTL) del 2001 favorendo i vettori di trasporto sostenibili (treno, autoveicoli elettrici, mobilità dolce a cominciare da quella ciclistica), facendo un check nazionale sulle opere ereditate dalla legge Obiettivo;

VALUTAZIONI AMBIENTALI. Tornare alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) sul progetto definitivo, sanzionare severamente chi non ha fatto o eluso gli obblighi della VIA e scegliere i membri delle Commissioni tecniche di valutazione ambientale tramite procedure pubbliche di selezione.

CONSUMO DEL SUOLO, DIFESA DEL SUOLO E USI CIVICI. 1. Semplificare le procedure per l’abbattimento delle case abusive e riprendere l’iter del disegno di legge sul consumo del suolo approvato dal Senato nella passata legislatura con le necessarie modifiche migliorative; 2. Ridare centralità alle Autorità di distretto idrografico nella manutenzione del territorio, chiarendo le funzioni delle Strutture di missione “Italia Sicura” e “Piano Casa Italia”; 3. Realizzare una Carta nazionale delle terre e dei demani civici illeggittimamente occupati.

BONIFICHE E RIFIUTI. 1. Varare una Strategia nazionale per stabilire le priorità per gli interventi di bonifica nei siti inquinati e un Superfund per intervenire sui “siti orfani” (senza proprietari); 2. Dare un segnala su produzione e consumi, definendo un Programma nazionale di prevenzione per diminuire la quantità di rifiuti prodotti e istituendo una cauzione sugli imballaggi monouso.

BIODIVERSITÀ E AREE PROTETTE E PAESAGGIO. 1. Avviare il percorso verso la III Conferenza nazionale sui parchi entro il 2020 con l’obiettivo di costituire una rete ecologica integrata a salvaguardia della biodiversità, come richiesto dall’Europa; 2. Perfezionare nel frattempo l’iter istitutivo dei Parchi Nazionali (PN) e della Aree Marine Protette (AMP) a partire da quelli già finanziati (tra cui i PN di Portofino, Matese e della Costa teatina e le AMP del Conero e di Otranto) e mettere a regime la governance delle aree protette esistenti, procedendo alla nomina dei presidenti, direttori e membri dei consigli direttivi mancanti; 3. Chiedere il completamento della stagione dei nuovi Piani paesaggistici regionali (al momento solo Puglia, Sardegna e Toscana hanno piani approvati) per tutelare adeguatamente il nostro territorio.

TUTELA DEL MARE E DELLA MONTAGNA. 1. Dichiarare a tutela dell’ecosistema marino una lotta senza quartiere alla pesca illegale, assicurare una reale tutela dei cetacei cominciando dal rilancio del santuario Pelagos e rispondere adeguatamente alle richieste comunitarie di piena attuazione della Strategia per l’ambiente marino; 2. Varare adeguati provvedimenti legislativi a tutela degli ambienti alpini e appenninici, sostenendo anche il turismo verde nelle aree montane per favorire la destagionalizzazione delle economie locali.

AGRICOLTURA. Sostenere in sede europea una radicale riforma della Politica Agricola Comune (PAC) basata sui principi dell’Agroecologia, predisponendo anche un Piano nazionale improntato su questi principi e varare una nuova legge sull’agricoltura biologica che punti a raggiungere l’obiettivo al 2030 del 50% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) a colture biologiche e al 100% nelle aree protette, garantendo nel contempo un’adeguata revisione e attuazione del PAN Pesticidi e il divieto assoluto di coltivazione di prodotti OGM.

DIRITTI E DELITTI AMBIENTALI. Rendere più efficace ed effettiva l’applicazione degli ecoreati, attivando azioni di prevenzione e contrasto sul territorio più rapide, definendo un sistema unico nazionale in cui far confluire le sanzioni e completando la riforma del 2015 con l’aggiunta di nuovi delitti ambientali che assicurino anche la tutela della fauna selvatica.

L’Agenda Ambientalista 2018 presenta 50 proposte per 18 filoni tematici: energia e clima; trasporti e infrastrutture; valutazioni ambientali; consumo del suolo; difesa del suolo; usi civici; bonifiche; rifiuti; biodiversità ed aree protette; mare; montagna; beni culturali e paesaggistici; agricoltura; turismo e ambiente; Ministero dell’Ambiente; andare oltre il PIL; diritti e delitti ambientali; informazione, educazione, formazione e partecipazione ambientale.

L’importante iniziativa unitaria è promossa da 23 Associazioni ambientaliste: Accademia Kronos, AIIG, Associazione Ambiente e Lavoro, CTS, ENPA, Fare Verde, Federazione Pro Natura, Federazione Italiana Amici della Bicicletta – FIAB, Forum Ambientalista, Greenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridica Onlus, Gruppi di Ricerca Ecologica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Marevivo, Mountain Wilderness, Rangers d’Italia, SIGEA, Slow Food Italia, TCI, VAS, WWF.

Documentazione:
Comunicato stampa congiunto
L'agenda ambientalista entra nel confronto 23 associazioni chiedono risposte alle forze politiche

50 proposte delle associazioni ambientaliste su energia, rifiuti, bonifiche, mobilità consumo di suolo, agricoltura, parchi, paesaggio

L’Ambiente non è un’etichetta da porre sui programmi elettorali. Fare scelte sostenibili nei processi produttivi e nei consumi, per aumentare l’efficacia e l’efficienza del sistema, contribuendo al nostro benessere e alla conservazione del nostro capitale naturale, dovrebbero essere argomenti al centro del dibattito pubblico per tutte le forze politiche e i movimenti che vogliono fare in modo che l’Italia, Paese del G7, esca definitivamente dalla crisi, con un nuovo modello economico, un nuovo patto basato sul connubio inscindibile tra la dimensione ecologica e quella economica e sociale dello sviluppo. 23 Associazioni di protezione ambientale riconosciute fanno arrivare, ad una settimana dal voto, la voce di milioni di cittadini che scelgono di prendersi cura dei beni comuni e del futuro del nostro Paese (il 51,9% degli italiani è preoccupato per i cambiamenti climatici, Annuario 2017 ISTAT)

Già nel 2013 le Associazioni interloquirono con tutte le maggiori forze politiche e i movimenti che si presentarono alle elezioni nazionali presentando un proprio documento di proposte. Come 5 anni fa, l’Agenda Ambientalista 2018 per la ri-conversione ecologica del Paese è alla base della interlocuzione con le forze politiche – in questa settimana con FI, Lega – Salvini Premier e FdI e nei giorni scorsi con incontri con M5S, PD, LEU e +Europa – e vuole costituire la base per un confronto con il futuro presidente del Consiglio incaricato in occasione degli incontri con i corpi intermedi per la formazione del Programma di Governo (per la prima vola nel 2013 gli ambientalisti furono convocati a Palazzo Chigi).

L’Agenda Ambientalista 2018 presenta 50 proposte per 18 filoni tematici che in questi giorni sono stati messi all’attenzione delle forze e movimenti politici che si candidano al governo dell’Italia: energia e clima; trasporti e infrastrutture; valutazioni ambientali; consumo del suolo; difesa del suolo; usi civici; bonifiche; rifiuti; biodiversità ed aree protette; mare; montagna; beni culturali e paesaggistici; agricoltura; turismo e ambiente; Ministero dell’Ambiente; andare oltre il PIL; diritti e delitti ambientali; informazione, educazione, formazione e partecipazione ambientale. L’importante iniziativa unitaria è promossa da: Accademia Kronos, AIIG, Associazione Ambiente e Lavoro, CTS, ENPA, Fare Verde, Federazione Pro Natura, Federazione Italiana Amici della Bicicletta – FIAB, Forum Ambientalista, Greenpeace Italia, Gruppo di Intervento Giuridica Onlus, Gruppi di Ricerca Ecologica, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Marevivo, Mountain Wilderness, Rangers d’Italia, SIGEA, Slow Food Italia, TCI, VAS, WWF.

Documentazione:
Elezioni 2018 – Lancio Agenda Ambientalista
Agenda Ambientalista Versione Sintetica Elezioni
Agenda Ambientalista Versione integrale Elezioni
Richiesta di audizione sulla riforma della Legge 394/91

Venti Associazioni ambientaliste, tra cui Associazione Ambiente e Lavoro, richiedono un’audizione alla Commissione Ambiente del Senato che riprende l’iter del provvedimento sulla riforma delle aree protette.

Documentazione:
Richiesta di audizione sulla riforma della Legge 394/91
Riforma Legge Parchi - 14 Associazioni ambientaliste scrivono a tutti i deputati: "Vi chiediamo un voto finale negativo"

La Camera si accinge a cambiare una legge fondamentale e strategica per la conservazione della natura del nostro Paese, la legge quadro sulle aree protette. Le scriventi Associazioni sono convinte che il testo finale abbia un’impostazione ed elementi talmente pregiudizievoli da richiedere un voto finale negativo. Nel corso del confronto, sia al Senato che alla Camera, le Associazioni hanno presentato analisi, proposte, soluzioni possibili rispetto alle molteplici questioni emerse. Ebbene, tali istanze sono rimaste quasi totalmente inascoltate e ciò a causa del ruolo che la politica intende oggi assegnare ai parchi e alle aree protette: non più primari attori della conservazione della natura, nel nome di un interesse nazionale costituzionalmente sovraordinato, ma attori territoriali di concertazione in un contesto in cui l’elemento della promozione economica risulta spesso prevalente

Documentazione:
Lettera delle Associazioni Ambientaliste a tutti i deputati
Le osservazioni delle Associazioni Ambientaliste sull'atto del Governo Concernente la Valutazione di Impatto Ambientale

Osservazioni delle Associazioni Ambientaliste sull’Atto del Governo n. 401 “Schema di decreto legislativo recante attuazione della Direttiva 2014/52/UE che modifica la Direttiva 2011/92/UE concernente la Valutazione di Impatto Ambientale di determinati progetti pubblici e privati”

Lettera a Galletti. Oggetto: richiesta di un radicale ripensamento dell’AG n. 401 – Riforma della procedura di VIA

Documentazione:
Osservazioni su schema di Decreto Legislativo AG n. 401
Lettera a Galletti
Gli emendamenti delle Associazioni ambientaliste alla proposta di legge C 4144 sulle aree protette

Osservazioni delle Associazioni Ambientaliste sull’Atto del Governo n. 401 “Schema di decreto legislativo recante attuazione della Direttiva 2014/52/UE che modifica la Direttiva 2011/92/UE concernente la Valutazione di Impatto Ambientale di determinati progetti pubblici e privati”

Lettera a Galletti. Oggetto: richiesta di un radicale ripensamento dell’AG n. 401 – Riforma della procedura di VIA

Documentazione:
Vai agli emendamenti
Le Associazioni ambientaliste chiedono al Senato modifiche e integrazioni al disegno di legge sulle aree protette

Inviato a tutti i Senatori il documento unitario con proposte e richieste di correzioni ed integrazioni del disegno di legge sui parchi approvato il 20 ottobre 2016 in Commissione e da martedì 25 in Aula.
Mai come oggi parchi nazionali e le aree protette hanno bisogno di una buona legge perché sono le prime vittime di una crisi oggettiva che mette in pericolo il grandissimo patrimonio naturale che custodiscono. La mancata realizzazioni di cinque parchi nazionali (Gennargentu, Egadi, Iblei, Eolie e Costa Teatina), la mancata gestione unitaria del Delta del Po, le grandi difficoltà delle Aree Marine Protette e fenomeni sintomatici quali il bracconaggio nell’area marina protetta del Plemmirio, l’innaturale smembramento del Parco dello Stelvio, la vita difficile di tantissimi parchi regionali, le croniche difficoltà di personale, la rigidità dei bilanci, sono solo alcuni esempi di come sia acuta la crisi delle aree protette italiane e quanto sia necessario coinvolgere tutte le migliori energie e competenze per realizzare un sistema delle aree protette che permetta di custodire e valorizzare il patrimonio, unico, di biodiversità.
La legge 394/91, purtroppo dopo 25 anni mai pienamente applicata, nella sua originaria versione è servita a costruire un sistema integrato di aree protette, nazionali e regionali, grazie alle quali nel nostro Paese si sono attuate politiche di conservazione della biodiversità fino ad allora impensabili. Tutto questo non va ridimensionato ma va trasformato in un modello basato su buone pratiche da allargare a quelle porzioni di territorio italiano che sono uniche per il contesto paesaggistico e di biodiversità che rappresentano ma ancora non godono di sufficiente tutela.
Le Associazioni ambientaliste in modo unitario e coordinato così come da molto tempo non accadeva, sia pure con le proprie diverse specificità, vogliono essere protagoniste del processo di riforma della legge sui parchi e per questo hanno inviato a tutti i senatori un documento in cui espongono le proprie proposte di modifica del testo, chiedendo con forza che vengano accolte nel processo legislativo in Senato. E la posizione delle Associazioni è inoltre tutt’altro che isolata dal momento che molte sono le sollecitazioni e le preoccupazioni che vengono dalla società civile e dal mondo della cultura non solo scientifica o accademica.
Nell’attuale quadro di estrema difficoltà le risposte del disegno di legge votato in Commissione al Senato non appaiono certo sufficienti a risolvere i problemi dei Parchi Nel testo inviato ai Senatori abbiamo evidenziato alcune criticità che vanno affrontate: da una “governance” debole e spesso politicizzata e priva di competenze alla mancata risoluzione dei problemi delle Aree Marine Protette, dalla gestione della fauna, da modificare (per non aprire varchi pericolosi nelle azioni di tutela ed evitare infrazioni comunitarie) al futuro delle riserve naturali dello Stato fino al sistema delle royalties.
Per superare la crisi i parchi è necessaria una riforma ma serve anche altro: serve l’autorevolezza necessaria al loro rilancio e la capacità di ricollocarli al centro di un dibattito culturale nazionale e europeo sulla Natura. Le associazioni ambientaliste non si sottrarranno a questa sfida ed intendono essere protagoniste di un grande dibattito sul futuro dei Parchi e delle aree protette che parte proprio con il documento inviato ai senatori che si accingono a discutere della riforma. Il Senato e lo stesso Governo ascoltino la nostra voce.
Elenco delle Associazioni ambientaliste che hanno sottoscritto il documento inviato ai senatori:
Associazione Ambiente e Lavoro
AIIG – Associazione Insegnanti di Geografia
Club Alpino Italiano
Centro Turistico Studentesco
Ente Nazionale Protezione Animali
FAI – Fondo Ambiente Italiano
Greenpeace Italia
Gruppo di Intervento Giuridico
Italia Nostra, LAV – Lega Antivivisezione
Legambiente
Lipu
Marevivo
Mountain Wilderness
Pro Natura
SIGEA
WWF Italia

Documentazione:
Vai alla lettera…
Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese.

L’Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese contiene proposte per una strategia d’intervento nei seguenti ambiti: Energia e clima; Trasporti e infrastrutture; Consumo del suolo; Difesa del suolo; Bonifiche; Biodiversità e aree protette; Mare; Montagna; Beni culturali e paesaggistici; Agricoltura; Turismo e ambiente; Ministero dell’Ambiente; Diritti e delitti ambientali; Andare oltre il PIL; Informazione ed educazione ambientale.

Presentata l’11 dicembre 2014 a Delrio a Palazzo Chigi l’Agenda ambientalista
per la ri-conversione ecologica del Paese
La giusta considerazione della dimensione ecologica nelle scelte di politica economica deve dar vita ad un nuovo Patto sociale basato sulla qualità, l’efficienza e la sostenibilità per far uscire il Paese dalla crisi. Bisogna mettere fine all’inazione, c’è bisogno di un programma collegiale e unitario del Governo che individui azioni innovative per garantire il benessere degli italiani e lo sviluppo del Paese dando valore alla ricchezza del suo capitale naturale la più ricca biodiversità d’Europa) e superando il deficit ecologico che sta diventando un handicap per il rilancio dell’economia. E’ un deficit che, ad esempio, si rileva dalle 16 procedure d’infrazione comunitarie ancora aperte in campo ambientale (fonte: Dipartimento Politiche europee della Presidenza del Consiglio) e dalle emergenze nazionali relative a singoli casi come Ilva, Eternit, Vado Ligure o di sistema come la cementificazione e il dissesto del territorio, la gestione dei rifiuti, le bonifiche e la qualità delle acque.Questo chiedono al Governo 16 Associazioni ambientaliste riconosciute, presentando al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio l’“Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese”: 55 proposte sui 15 filoni tematici salienti per il rilancio del Paese: clima e energia; trasporti e infrastrutture; consumo del suolo; difesa del suolo; bonifiche; biodiversità ed aree protette; mare; montagna; beni culturali e paesaggistici; agricoltura; turismo e ambiente; Ministero dell’ambiente; diritti e delitti ambientali; andare oltre il PIL; informazione e educazione ambientale. L’Agenda verrà successivamente presentata dal cartello delle associazioni anche alle forze economiche e sociali. Sui contenuti dell’Agenda le Associazioni ambientaliste, considerando come positiva l’apertura al dialogo da parte del Governo, chiedono che si possa avere un confronto più approfondito progressivo nel merito delle soluzioni proposte.Le Associazioni ricordano come l’ecologia sia già parte integrante dell’economia europea: sono 5 milioni i posti di lavoro che potrebbero essere creati in Europa conseguendo gli obiettivi dell’Unione Europea al 2020 su clima e energia (fonte: Commissione Europea, 2012) e sono già oggi 14,6 milioni i posti di lavoro assicurati dalla biodiversità e dai servizi ecosistemici (Commissione Europea, 2011).In Italia, come documentato nel Rapporto GreenItaly 2014, elaborato da Unioncamere e dalla Fondazione Symbola, emerge che alla green economy si devono 101 miliardi di euro di valore aggiunto, pari al 10,2% dell’economia nazionale e che i cosiddetti green jobs sono oggi in Italia più di 3 milioni.
All’incontro con Delrio sono intervenuti: Donatella Bianchi, presidente WWF Italia; Norberto Canciani, segretario nazionale Associazione Ambiente e Lavoro; Andrea Carandini, presidente FAI; Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente; Gino De Vecchis, presidente AIIG; Mauro Furlani, presidente Federazione Pro Natura; Giuseppe Gisotti, presidente SIGEA; Rosalba Giugni, presidente Marevivo; Domenico Iannello, presidente CTS; Franco Iseppi, presidente TCI; Ennio La Malfa, presidente di Accademia Kronos; Umberto Martini,  presidente generale CAI; Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU; Giulietta Pagliaccio, presidente FIAB; Andrea Purgatori,presidente Greenpeace Italia; Graziella Zavalloni, presidente LAC
Documentazione:
Vai all’Agenda ambientalista (testo integrale)
Vai all’Agenda ambientalista (proposte prioritarie)
Vai al comunicato stampa congiunto delle Associazioni firmatarie
Vai al comunicato stampa congiunto del 23 febbraio 2015
Competenze in materia ambientale: problematiche determinate dal passaggio delle funzioni dalle province ad enti diversi - Proposte delle associazioni ambientaliste

Problematiche in materia di tutela e controllo ambientale e di salvaguardia del patrimonio naturalein seguito alle disposizioni della legge 7 aprile 2014 n. 56. Proposte urgenti per Governo e Osservatorio Nazionale

Le scriventi Associazioni, unite nel Tavolo di coordinamento che ha elaborato l’Agenda ambientalista, portano alla Loro attenzione e a quella dei soggetti istituzionali maggiormente coinvolti, la grave situazione determinatasi, su diverse materie ambientali, con la legge 56/2014 relativa al passaggio di funzioni dalle Province ad enti diversi, nonché con altre normative correlate. La situazione rappresenta un grave vulnus a contesti importantissimi di tutela ambientale quali la vigilanza, la gestione e conservazione del territorio naturale, la cura della fauna selvatica e altro ancora, e richiede interventi urgenti che pongano un rimedio straordinario in attesa di un compiuto ed efficace riordino delle competenze. Riordino che, a nostro avviso, deve tenere conto della necessità che funzioni prima svolte dalle province vengano affidate ad altri Enti che già svolgono funzioni similari permettendo di semplificare e rendere più razionale ed efficace la gestione di molte materie ambientali. E’ auspicabile, ad esempio, che per le autorizzazioni ambientali non si ripetano duplicazioni di competenze tra diversi livelli istituzionali, e queste non si confondano con funzioni di controllo che devono essere demandate a organismi specifici. Ad esempio, la gestione dei siti natura 2000 andrebbe demandata alle aree protette nazionali o regionali, per quei siti che ricadono interamente o parzialmente nel territorio dell’area protetta, sono ad essa contigui o in prossimità della stessa. Alternativamente e comunque per gli altri siti, la gestione dovrebbe far capo alla Regione, ente in grado di avere una visione d’insieme degli obiettivi della rete. È comunque da evitare la parcellizzazione della gestione dei siti come quella che verrebbe determinata dal suo affidamento ai comuni, che per numerose ed evidenti ragioni (risorse umane, competenze specifiche, scala geografica) non sono idonei ad occuparsi della materia, come per altro dimostrato dalle difficoltà già riscontrate con i processi autorizzativi. A seguire, una sintesi della situazione e una serie di proposte, che ci permettiamo di definire urgenti, da attuare in sede governativa ovvero da sottoporre all’Osservatorio Nazionale per l’attuazione della legge “Delrio” 56/2014.

Documentazione:
Vai al testo
Lettera delle Associazioni Ambientaliste al Ministro Galletti su “Green Act”

Problematiche in materia di tutela e controllo ambientale e di salvaguardia del patrimonio naturale in seguito alle disposizioni della legge 7 aprile 2014 n. 56. Proposte urgenti per Governo e Osservatorio Nazionale

Caro Ministro Galletti,
come lei sa, all’inizio di quest’anno abbiamo apprezzato l’intento del Presidente del Consiglio Matteo Renzi di dotare il Paese di un “Green Act”.
Abbiamo auspicato subito un provvedimento che contenesse misure innovative per la ri-conversione ecologica del Paese, capace di delineare visioni e azioni innovative utili ad ispirare un nuovo modello economico, dando un valore al capitale naturale e abbandonando la strada del “business as usual”, come indicato nell’Agenda Ambientalista proposta dalle nostre associazioni.
Quell’annuncio sembrava indicare, finalmente, un serio impegno collegiale del Governo per rispondere con coraggio e capacità propositive anche alle sfide poste su scala internazionale in occasione delle conferenze della parti sullo sviluppo sostenibile, i cambiamenti climatici e la Convenzione sulla biodiversità e, per procedere con determinazione sulla strada indicata, in primis, dalla Strategia Europa 2020.
Con questo spirito abbiamo affrontato il confronto con la Segreteria tecnica che si è articolato in tre successivi incontri, l’ultimo dei quali il 19 ottobre scorso, e nell’esame di due documenti preparatori del Green Act, abbiamo apprezzato la disponibilità di questo Ministero, non solo al confronto con le nostre sedici Associazioni ma all’ascolto e all’accoglimento di alcune delle proposte contenute nell’Agenda Ambientalista.
Come chiariremo qui di seguito, alla luce di questo percorso, troviamo che ancora ci sia molto da fare, soprattutto nel capire quale forma o meglio quali forme, di carattere normativo e/o regolamentare potrà avere il Green Act e quale sia l’oggetto che verrà posto prima all’attenzione degli stakeholder e poi della consultazione popolare.
Come ci è stato chiarito dal professor Medaglia, sappiamo che il gruppo di lavoro ministeriale che sta lavorando sul Green Act è stato rafforzato e che sono state affidate ad ENEA e ISPRA valutazioni sugli effetti economico-finanziari delle misure abbozzate, ma ci domandiamo nel contempo come questo sforzo possa tradursi produttivamente, data l’ampiezza e il grado solo iniziale di definizione delle numerose suggestioni in esso contenute, in disposizioni normative opportunamente selezionate, che abbiano, se da prevedere, le necessarie coperture o di cui sia delineato chiaramente l’effetto positivo per i conti pubblici.
Come già accennato, abbiamo ovviamente apprezzato che, a cominciare dall’introduzione, alcuni degli argomenti e degli interventi da noi suggeriti siano stati considerati e/o accolti nelle bozze del documento preparatorio su tematiche quali energia, clima, trasporti, mobilità, biodiversità ed aree protette.
Nel contempo, consapevoli ovviamente della vostra necessità di mediare tra i vari portatori di interesse, ci permettiamo di rilanciare alcune delle proposte da noi suggerite, che potrebbero caratterizzare un’azione maggiormente innovativa del Ministero e che non sono state considerate nelle bozze a noi consegnate.
Un’azione più incisiva del Ministero, solo per citare alcuni aspetti:

– Nel contribuire a definire una nuova strategia energetica nazionale e una roadmap per la decarbonizzazione e per l’uso efficiente delle risorse con obiettivi chiari e conseguibili al 2020 e al 2030 e tendente al 100% rinnovabili entro il 2050;

– Nel contribuire a definire un Piano Nazionale della Mobilità che porti a superare lo squilibrio modale in atto, a intervenire prioritariamente nelle aree urbane e a ridurre significativamente e progressivamente le emissioni di gas serra;

– Nel superare alcune distorsioni normative nel settore delle bonifiche che consentono di non individuare con chiarezza le responsabilità, anche penali, degli operatori economici disonesti;

– Nel contribuire a definire in agricoltura divieti espliciti all’uso di pesticidi a tutela della biodiversità e della salute umana, di prodotti fitosanitari nocivi per le api e altri impollinatori e provvedimenti coraggiosi relativi alla coltivazione di OGM:

– Nel ricomprendere tra le priorità di intervento nell’impiego delle risorse europee della nuova programmazione 2014-2020 le zone interne e le aree di montagna, con un’attenzione per l’Arco alpino agli obiettivi declinati nella Strategia dell’Unione Europea per la regione alpina (EUSALP);

– Nell’intervenire in modo rapido ed efficace a difesa delle Direttive Habitat e Uccelli, assicurando una positiva soluzione delle procedure di infrazione, incluse le procedure Pilot.

Notiamo poi l’assenza di impegni chiari sulla tutela del mare, uno dei campi prioritari di intervento del Ministero, nel rafforzare la gestione ordinaria e la capacità di intervento, in rete, delle Aree Marine protette e adottare le misure necessarie in attuazione della Direttiva Quadro sulla Strategia per l’Ambiente Marino e della Politica Comune della Pesca.
 Certo, un intervento a così ampio spettro (per non parlare di temi come l’educazione ambientale o il turismo sostenibile), come questo Ministero sa perfettamente, o è sostenuto dalla collaborazione piena di altri dicasteri o semplicemente non è. Da qui il vostro impegno a fare in modo che ci sia una piena assunzione di responsabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Impegno comprensibile ma che deve, a nostro avviso, anche considerare in parallelo la possibilità di concepire e delineare, anche solo nell’ambito delle competenze proprie di questo Ministero, alcune, significative disposizioni e interventi, che diano il segnale di una coraggiosa inversione di tendenza rispetto ad un modello economico “business as usual”, non solo inefficiente dal punto di vista ambientale ma improduttivo, come insegna l’elaborazione, non solo normativa, in corso su scala comunitaria sulla “circular economy”.
Su come lanciare subito coraggiosi segnali al Paese di un’inversione di tendenza rispetto ad un indirizzo economico basato ancora oggi in prevalenza sugli sprechi e sull’inefficienza del Sistema e su disagi, anche pesanti, che vanno ad incidere sulla qualità della vita, dell’ambiente e della salute dei cittadini vorremmo avere un confronto con lei e con gli uffici competenti.

I presidenti delle 16 Associazioni promotrici dell’Agenda Ambientalista

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