“28 aprile 2016 giornata mondiale per la salute e la sicurezza del lavoro e giornata mondiale per le vittime dell’amianto” di Bruno Giordano

Pubblichiamo l’approfondimento “28 aprile 2016 giornata mondiale per la salute e la sicurezza del lavoro e giornata mondiale per le vittime dell’amianto. 1 morto ogni 3 ore” di Bruno Giordano, Magistrato presso la Corte di Cassazione – Professore di Diritto della Sicurezza del Lavoro presso l’Università degli Studi di Milano.

28 aprile 2016 giornata mondiale per la salute e la sicurezza del lavoro e giornata mondiale per le vittime dell’amianto.
1 morto ogni 3 ore

Oggi è un giorno importante per la tutela del lavoro: si celebra la giornata mondiale per la salute e la sicurezza del lavoro – quest’anno dedicata allo stress lavoro-correlato e ai rischi psicosociali – contemporaneamente alla giornata mondiale per le vittime dell’amianto. Forse è un caso, forse no. O più semplicemente il caso è la somma della nostra ignoranza (Laplace), perché in effetti questa coincidenza ha qualcosa in comune: lo stress lavoro-correlato è oggi quello che l’amianto è stato ieri, qualcosa che distrugge lentamente.

L’art. 28 del testo unico sicurezza del lavoro impone a tutti i datori di lavoro di valutare lo stress lavoro-correlato cioè il rapporto (vissuto come senso di inadeguatezza rispetto all’atteso) tra l’organizzazione dell’attività e la salute, intesa quale stato di completo benessere fisico, mentale e sociale non consistente solo in un’assenza di malattia o d’infermità, in linea con la definizione dell’OMS.

I rischi psico sociali pertanto riguardano l’assetto organizzativo, la progettazione e la gestione del lavoro in relazione al contesto sociale di riferimento e spesso sono costituiti da violenza, molestie, mobbing. E soprattutto lo stress lavoro-correlato che può anche quintuplicare gli incidenti sul lavoro, è associabile alla metà delle assenze (oltre il 40% più lunghe di quelle dovute ad altri fattori), riduce le prestazioni lavorative, qualitativamente e quantitativamente, incentiva i conflitti relazionali.

Lo stress lavoro-correlato non è dato dallo stato di salute mentale del lavoratore ma dalle ricadute che vi sono sul suo benessere a causa dei fattori organizzativi. Per questo la nostra legislazione pretende che il datore di lavoro si occupi – anche mediante il medico competente – di valutare l’entità di tale associazione causale tenendo conto delle differenze di genere, culturali, mansionali, sociali, anagrafiche etc.

Ogni giorno la cattiva organizzazione permea nel benessere del lavoratore iniettando un virus di disequilibrio, innescando un lento subdolo processo di disagio. Non è molto diverso da quello che l’amianto ha provocato per decenni insinuandosi negli interstizi pleurici uccidendo a distanza di anni.

Per leggere l’articolo completo di Bruno Giordano andare al primo link.

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