Sono in costante aumento negli ultimi anni gli appassionati di scialpinismo e la pandemia di COVID-19 favorisce questa tendenza. I Club alpini e le organizzazioni ambientaliste danno suggerimenti per un comportamento rispettoso, ecologico e sicuro.
Anche la stagione invernale nelle Alpi si svolge con caratteristiche del tutto anomale: stazioni sciistiche, hotel e ristoranti sono rimasti per ora totalmente chiusi in Germania, Italia e Francia, mentre in Austria si può sciare con obbligo di mascherine FFP2. Solo in Svizzera alberghi e impianti di risalita sono rimasti aperti. Molte persone sono quindi passate allo scialpinismo: in Svizzera all’inizio di gennaio 2021 la vendita di sci da scialpinismo ha superato di dieci volte quella degli sci da discesa. In Germania le persone che attualmente praticano lo scialpinismo sono triplicate rispetto a quindici anni fa, mentre in Austria si stima che i praticanti siano almeno 800.000. E la tendenza è in aumento ovunque.
Fare gite di scialpinismo in ambienti naturali fa bene alla salute, ma è anche causa di problemi. Ad esempio, le strade intasate da auto parcheggiate nei villaggi di montagna o il disturbo arrecato alla fauna selvatica. “Molti appassionati di sport sulla neve non sono consapevoli che la loro escursione sulla neve lascia un’impronta ancora prima di arrivare in montagna”, spiega Tim Marklowski, responsabile del progetto sport di montagna di Mountain Wilderness Svizzera. “L’acquisto dell’attrezzatura e il viaggio per la nostra meta produce un impatto non inferiore al nostro comportamento durante l’escursione”. Nella serie di video #keepwild, l’organizzazione fornisce una serie di consigli essenziali. Un altro punto delicato consiste nella mancanza di conoscenza del rischio valanghe di molti principianti. In molte località i corsi di sicurezza sulla neve sono annullati a causa della pandemia di Coronavirus. I Club alpini corrono ai ripari offrendo corsi virtuali e fornendo informazioni online. Nella sua attuale campagna #NaturlichWinter, il Club alpino tedesco richiama l’attenzione sul fatto che le piste da sci chiuse, spesso utilizzate dagli scialpinisti, non sono affatto a prova di valanga.
Un crescente bisogno di esperienze a contatto con la natura, più persone che trascorrono le vacanze nel proprio paese e un maggior ricorso a spostamenti con l’auto privata: “Tutto questo aumenta la pressione sulla natura alpina, sull’ambiente e sull’infrastruttura turistica, anche attraverso attività per il tempo libero di per sé sostenibili, come lo scialpinismo”, dichiara Magdalena Holzer della CIPRA International. Holzer è a capo del progetto “speciAlps2” recentemente avviato, che raccoglie esempi di gestione dei flussi turistici di successo nelle Alpi e sviluppa misure per affrontare sfide concrete in collaborazione con team in quattro regioni pilota. La CIPRA realizza il progetto, finanziato dal Ministero federale tedesco per l’ambiente, la conservazione della natura e la sicurezza nucleare, in collaborazione con la Rete di comuni “Alleanza nelle Alpi” e le regioni pilota che saranno definite prossimamente.
Fonte: CIPRA