La risoluzione comune europea sulla politica in materia di immigrazione e asilo

Il Parlamento europeo, nella votazione del 15 gennaio 2003, deplora i ritardi nell’ adozione della direttiva sul diritto al ricongiungimento familiare

Risoluzione comune sulla politica in materia di immigrazione e di asilo

Il Parlamento europeo, nella votazione del 15 gennaio 2003, ha approvato la risoluzione con 324 voti favorevoli, 121 contrari e 6 astensioni. I deputati deplorano che finora non sia stata avviata un’attiva politica comune in materia di immigrazione ma accolgono con favore la proposta della Commissione europea sui permessi per le vittime della tratta di esseri umani che cooperano nelle inchieste penali contro i loro trafficanti. Il Parlamento deplora inoltre i ritardi nell’adozione della direttiva sul diritto al ricongiungimento familiare, nonché della direttiva sulle condizioni di residenza di cittadini di Paesi terzi per quanto riguarda impieghi remunerati e attività economiche indipendenti.
Il Parlamento chiede al Consiglio di adottare le misure atte a facilitare lo scambio di dati fra le banche dati di Schengen, Europol ed Eurodac, per combattere efficacemente i trafficanti. Tali misure devono però rispettare i criteri e le norme sulla protezione dei dati. I parlamentari sottolineano che le strategie per ridurre la povertà, migliorare le condizioni di vita e di lavoro, creare posti di lavoro e promuovere programmi di formazione nei Paesi di origine contribuiranno a normalizzare i flussi migratori.
Per quanto riguarda l’asilo il Parlamento accoglie con favore l’adozione del regolamento che fissa i criteri per determinare lo Stato membro responsabile dell’esame delle richieste di asilo (il cosiddetto regolamento Dublino II) ed è favorevole all’accordo raggiunto in merito alla proposta di direttiva relativa su standard minimi per i rifugiati, anche se purtroppo finora non è stata adottata.
I deputati denunciano il ritardo del Consiglio nell’adottare le proposte della Commissione sulla politica comune di asilo ma rilevano l’intenzione del Consiglio ad adottare una legislazione comunitaria che fissi norme comuni su argomenti relativi all’asilo: conseguentemente dovrebbe presto entrare in vigore la procedura di codecisione PE/Consiglio e il voto a maggioranza qualificata in questo settore. (Il Trattato di Nizza prevede che la codecisione sulle misure relative all’asilo sia applicata solo dopo che il Consiglio abbia adottato all’unanimità la legislazione comunitaria che definisce le regole comuni e i principi di base).
Il Parlamento ricorda che la lotta all’immigrazione illegale, alle reti di trafficanti e a tutti i crimini connessi devono restare una priorità dell’Unione, che il Parlamento deve essere consultato sugli accordi di riammissione e che deve essere accordata priorità assoluta ai ritorni volontari.
Secondo i deputati, il Consiglio dovrebbe prendere in considerazione l’idea di un Corpo di frontiera europeo finanziato dalla Comunità che, in caso di emergenza e su richiesta degli Stati membri, assista a titolo temporaneo le autorità nazionali in settori sensibili delle frontiere esterne dell’UE.
E’ deplorevole, affermano i parlamentari, la mancanza di controllo democratico sulle misure adottate nel settore dell’asilo e dell’immigrazione, conseguenza del fatto che il Parlamento è solo consultato, spesso con limiti di tempo di tre mesi e raramente informato sui cambiamenti sostanziali che intervengono nel processo di negoziato del Consiglio.

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