Epidemiologia occupazionale ed attività industriali

La mappatura delle occupazioni lavorative in attività industriali che comportano rischio di tumore al polmone. L’ indagine è stata finanziata dall’ ISPESL.

Mappatura di occupazioni ed attività industriali che comportano rischio di tumore al polmone. Collegamento delle liste di cancerogeniticità specifiche per l’ organo polmone con mansioni ed attività industriali, ove esposizioni a sostanze/occupazioni possono aver luogo. Si tratta di una importante e interessante ricerca, realizzata da un gruppo di studiosi ed esperti dell’ Unità di Epidemiologia dei Tumori, dell’ Università degli Studi di Torino e del Centro per la Prevenzione Oncologica -CPO Piemonte, in collaborazione con il Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro della Azienda Sanitaria Locale di Civitanova Marche.Il lavoro è stato finanziato dall’ ISPESL, mentre l’ aggiornamento delle liste A e B è stato realizzato nell’ ambito di un finanziamento dell’ Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Come riassunto nella premessa a questo scrupoloso lavoro di ricerca, ” molti studi di epidemiologia occupazionale sono basati sulla ricostruzione delle storie lavorative e mediante elenchi di lavori svolti, descritti in termini di mansioni ed attività industriali. Liste di occupazioni ed industrie note o sospette di essere associate con il cancro al polmone sono uno strumento per la stima del rischio attribuibile alle esposizioni professionali, permettendo di includere anche quelle per cui non sono stati identificati i cancerogeni. Comunque queste informazioni costituiscono la base per una classificazione di prima istanza dei soggetti come esposti o non esposti a rischio, mentre la capacità di identificare i cancerogeni e di valutarli quantitativamente è modesta.Di conseguenza frequentemente ci si deve limitare a evidenziare l’ incremento dei rischi associati con particolari industrie o occupazioni, avendo ipotesi ma non precise conoscenze sugli specifici agenti che contribuiscono al rischio. Insomma, una ricerca che ha comportato difficoltà non indifferenti e la valutazione di molte inchieste e studi di igiene industriale, che risulta, specialmente ai fini dell’ applicazione del Decreto legislativo 626/94 e successive modificazioni, uno strumento utile, soprattutto per la disponibilità delle liste A e B riportate ai corrispondenti codici nei principali sistemi di classificazione delle attività economiche e delle professioni.

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