16 febbraio 2005: al via il Protocollo di Kyoto

Il 16 febbraio 2005 sarà registrata come una data storica per la salvaguardia del Pianeta. Infatti, nei 141 paesi che lo hanno ratificato, è entrato in vigore l’ accordo contro i gas serra. La mancata ratifica da parte degli Stati Uniti, responsabili di circa il 37% delle emissioni, ha allungato i tempi dell’ entrata in vigore del Protocollo. L’ Italia rischia la seconda bocciatura da parte dell’ UE del Piano Nazionale Emissioni (PNE) per la mancata assegnazione delle quote di emissione.

Dunque, dopo otto anni dalla sua adozione e dopo un lungo cammino che ha visto la netta contrarietà del paese più inquinante del mondo opporsi tenacemente, gli Stati Uniti di Bush, il 16 febbraio scorso è entrato finalmente in vigore il Protocollo di Kyoto, un accordo che si prefigge lo scopo di ridurre le emissioni di gas serra, come l’ anidride carbonica (CO2) (gas che esce soprattutto dalle ciminiere delle industrie, in particolare quelle di trasformazione e produzione energetica e dagli scappamenti delle auto; il metano (CH4) le cui emissioni provengono dal settore agricolo, soprattutto dalle deiezioni animali ed anche dalle discariche di rifiuti; il Protossido di azoto (N20) le cui emissioni provengono essenzialmente dal settore energetico e dal settore dei trasporti; il Perfluorocarburo (PF) una sostanza utilizzata per la refrigerazione; l’ idrofluorocarburo (HFC), uno dei principali sostituti del CFC, i gas responsabili dell’ assottigliamento dello strato di ozono, utilizzato per la refrigerazione e condizionamento e, infine, l’ Esafluoruro di zolfo (SF6), una sostanza chimica usata in vari comparti industriali.
Il Protocollo di Kyoto è stato approvato nella cittadina giapponese nel dicembre 1997 e aperto alla firma dei Paesi nel marzo dell’anno successivo. Per entrare in vigore questo accordo doveva essere ratificato da parte di almeno 55 paesi e le emissioni dei paesi aderenti dovevano rappresentare complessivamente almeno il 55% delle emissioni totali in atmosfera dei gas serra nel 1990, come previsto dall’ art. 25 dell’accordo stesso. L’ entrata in vigore del Protocollo – previsto entro 90 giorni dalla firma degli aderenti – si è protratto fino al 16 febbraio 2005 per la mancata ratifica da parte degli Stati Uniti d’ America, responsabili di circa il 37% delle emissioni. A ottobre 2004 io Paesi che avevano ratificato il Protocollo di Kyoto erano 125, ma coprivano solo il 44,2% delle emissioni; determinante è stata la ratifica della Russia, con il suo 17% di emissioni. I Paesi aderenti dovranno nei cinque anni che vanno dal 2008 al 2012 ridurre complessivamente le emissioni di gas serra del 5% rispetto al 1990. Comunque, il Protocollo prevede impegni di riduzione differenziati da paese a paese. Per l’ Unione europea, ad esempio, l’ obiettivo è quello di ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra dell’ 8% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2012, per l’ Italia l’ obiettivo è la riduzione del 6,5%, sempre rispetto al 1990. In concreto significa stabilizzare le nostre emissioni a 475 milioni di tonnellate di CO2. Ad oggi le nostre emissioni sono superiori a 570 milioni di tonnellate di CO2, contro i 508 milioni del 1990, con aumento di oltre il 12%. Putroppo – riferisce il WWF – lo stesso Piano Nazionale di Assegnazione delle emissioni, invece di tracciare scenari di riduzione (come richiesto dall’ Unione Europea) prevede addirittura una crescita del 17, 2 % nel settore della produzione elettrica, del 25,8% in quello dei trasporti e del 12,7% in quello civile.Il PNE italiano – che è stato bocciato una prima volta dalla Commissione europea per la mancata indicazione del censimento delle quote di emissione per ogni singolo impianto – rischia una seconda bocciatura causata dalla previsione di uno sforamento delle emissioni di una quota di 70 milioni di tonnellate in più di anidride carbonica all’ anno. Certo è che mentre l’ Europa stà già pensando a cosa fare dopo il 2012, l’ Italia non sappiamo ancora cosa intenda fare dopo quella data. Speriamo non voglia smarcarsi – come ha dichiarato l’ onorevole Realacci – dal Protocollo di Kyoto per allinearsi – anche in politica ambientale – con gli Stati Uniti di Bush. (L. G.).

Approfondimenti

Precedente

Prossimo