La Suprema Corte ribadisce il principio secondo cui colui che svolge attività pericolose consentite dalla legge assume una “posizione di garanzia” che lo pone nella condizione di dover prevenire eventuali rischi nei confronti dei terzi
La Quarta Sezione della Corte di Cassazione Penale ha stabilito, con sentenza del 22 novembre 2006 n. 38423 (S.M.), che il soggetto che svolge attività pericolose consentite dalla legge assume, per il fatto stesso di svolgere tali attività, una “posizione di garanzia” che lo pone nella condizione di dover prevenire eventuali rischi nei confronti dei terzi, il che si sostanzia nell’obbligo di assicurarsi che tale attività si svolga in presenza di condizioni di sicurezza idonee a preservare da detti rischi e, più in generale, ad assolvere al precetto del neminem ledere [ovvero il principio del “non ledere ad alcuno” ricavabile dall’art. 2043 sulla responsabilità per fatto illecito, n.d.r.].
Si ricorda che la norma sulla responsabilità per l’esercizio di attività pericolose è contenuta nell’art. 2050 del codice civile ai sensi del quale “Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno.”
Si ricorda che la norma sulla responsabilità per l’esercizio di attività pericolose è contenuta nell’art. 2050 del codice civile ai sensi del quale “Chiunque cagiona danno ad altri nello svolgimento di un’attività pericolosa, per sua natura o per la natura dei mezzi adoperati, è tenuto al risarcimento, se non prova di avere adottato tutte le misure idonee a evitare il danno.”
AG