Maggiore impegno per rispettare gli impegni di Kyoto

Nella riunione del 29 novembre scorso, la Commissione europea ha valutato i piani nazionali di assegnazione delle emissioni di gas a effetto serra di 10 Stati membri determinando che essi debbono rispettare con maggiore impegno i loro impegni rispetto alle emissioni del 2005.

La Commissione europea ha confermato la sua determinazione a far sì che gli Stati membri rispettino i loro impegni nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Bruxelles ha infatti valutato i piani nazionali di assegnazione (PNA) delle emissioni di CO2 di dieci paesi membri (Germania, Grecia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Regno Unito, Slovacchia e Svezia). L’esecutivo UE ha ridotto le emissioni allocate di circa il 7% rispetto ai piani nazionali proposti e rispetto alle emissioni del 2005.
I Piani che riguardano gli impianti ad alto consumo energetico, rientrano nel sistema comunitario per lo scambio di emissioni dei gas a effetto serra (“Emission Trading. Scheme – ETS”) e saranno validi per il periodo 2008-2012. I dieci paesi di cui di cui sono stati valutati i PNA, contribuiscono insieme il 42% delle quote allocate per il primo periodo del sistema ETS, dal 2005 al 2007.
Il Commissario per l’ambiente europeo, Stravos Dimas, ha dichiarato a questo proposito: “La decisione di oggi (29 novembre 2006) di costituire un forte segnale dell’impegno dell’Europa per la realizzazione degli obiettivi di Kyoto e per fare del sistema europeo di scambio delle quote di emissione un successo . La Commissione – come ci riferisce la Rappresentanza in Italia della stessa Commissione – ha valutato i piani in maniera coerente in modo da garantire un uguale trattamento a tutti gli Stati membri, e creare sul mercato europeo del CO2 le condizioni di scarsità indispensabili. Gli stessi criteri saranno applicati anche agli altri piani”.
L’obiettivo del sistema ETS è quello di assicurare che le emissioni di gas a effetto serra nei settori dell’energia e dell’industria siano ridotte con i minori costi per l’economia, consentendo in questo modo all’UE e ai suoi Stati membri di rispettare gli impegni presi con la firma del protocollo di Kyoto.

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