Secondo quanto riferito nella Nota della Commissione UE IP/07/1666 del 9 novembre 2007 le previsioni economiche per il 2007-2009 la crescita delleconomia nellUnione europea dovrebbe rallentare dal 2,9% nel 2007 al 2,4% nel 2008 e nel 2009 al 2,1% (dal 2,6% al 2,2% nel 2008 e al 2,1% nel 2009 nellarea delleuro).
Secondo la nota della Commissione europea, la crescita economica nellarea delleuro dovrebbe subire una flessione nei prossimi due anni: dal 2,6% nel 2007 al 2,2 nel 2008 e al 2,1% nel 2009. La crescita delleconomia italiana dovrebbe tuttavia collocarsi a livelli nettamente più bassi della media: all1,4% nel 2008 e all1,6% nel 2009. Questi i dati essenziali che emergono dalla previsione economica di autunno della stessa Commissione. A livello europeo, i rischi allorizzonte dovrebbero essere limitati dalla sostanziale tenuta dei fondamentali e dalla forte crescita mondiale. E quanto afferma Joaqin Almunia, il commissario per gli affari economici e monetari della UE: il rallentamento economico avvertito nella seconda metà del 2007 è dovuto a tre fattori di instabilità;
le turbolenze dei mercati finanziari, il rallentamento della crescita statunitense e laumento vertiginoso del prezzo del petrolio. Nonostante questi aspetti, il debito pubblico dellarea euro dovrebbe calare entro il 2009 al 63,4% del prodotto interno lordo, ma la posizione dellItalia non registrerà alcun miglioramento, con un rapporto deficit-PIL pari a quello attuale (2,3%): un dato strettamente legato alle difficoltà nel contenimento della spesa pubblica. Nello scenario delleurozona si prevede una moderata crescita dellinflazione (al 2,4% fino alla prossima estate), ma con possibilità al rialzo. Più co infortanti i dati sulloccupazione, le cui stime indicano una crescita di 3,6 milioni di posti di lavoro nel 2007 e lattesa di altri 4,5 milioni per il prossimo biennio. Anche sotto questo profilo, le previsioni sullItalia sono di segno negativo e, dopo la forfte espan sione registrata nel 2006, indicano una flessione.
(LG-FF)
le turbolenze dei mercati finanziari, il rallentamento della crescita statunitense e laumento vertiginoso del prezzo del petrolio. Nonostante questi aspetti, il debito pubblico dellarea euro dovrebbe calare entro il 2009 al 63,4% del prodotto interno lordo, ma la posizione dellItalia non registrerà alcun miglioramento, con un rapporto deficit-PIL pari a quello attuale (2,3%): un dato strettamente legato alle difficoltà nel contenimento della spesa pubblica. Nello scenario delleurozona si prevede una moderata crescita dellinflazione (al 2,4% fino alla prossima estate), ma con possibilità al rialzo. Più co infortanti i dati sulloccupazione, le cui stime indicano una crescita di 3,6 milioni di posti di lavoro nel 2007 e lattesa di altri 4,5 milioni per il prossimo biennio. Anche sotto questo profilo, le previsioni sullItalia sono di segno negativo e, dopo la forfte espan sione registrata nel 2006, indicano una flessione.
(LG-FF)
Fonte: Commissione Europea
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