ONU: con il sì alla moratoria della pena capitale vince la civiltà.

Alle 11,45 (ora di New York) di martedì 18 dicembre 2007 la risoluzione di moratoria universale della pena di morte è passata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con 104 sì, 54 voti contrari e 29 astenuti. Merito dell’impegno diplomatico dell’Italia, guidato dal nostro Ministro degli Esteri, Massimo D’Alema.

L’Italia ha confermato di essere in prima linea nel mondo in materia di tutela dei diritti umani. La lotta contro la pena di morte a livello internazionale è infatti uno dei temi prioritari della politica estera, che vede impegnati Governo, Istituzioni, forze politico-parlamentari e organizzazioni non governative in una campagna convinta e tenace che ha ora prodotto un risultato rilevante, con la risoluzione all’Assemblea Generale dell’ONU per la moratoria contro la pena di morte nel voto, approvata con 104 voti a favore, 54 contro ne 29 astenuti.

Vogliamo ricordare che per ottenere questo positivo risultato, un ruolo fondamentale è stato svolto, altresì, dalla società civile italiana, che ha ispirato e sostenuto questa campagna, contribuendo a mantenere elevata, in questi mesi, l’attenzione internazionale sulla questione della pena di morte e di una moratoria universale delle esecuzioni.

In sintesi, questo è stato il percorso della moratoria:

La “Carta dei diritti fondamentali” – proclamata a Nizza il 7 dicembre 2007 ed inserita nella parte II del Trattato dell’Unione europea, firmato a Roma il 29 ottobre 2004 – prevede che nessuno possa essere condannato alla pena di morte né giustiziato (articolo 2), e che nessuno possa essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esista il rischio di essere sottoposti alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti (articolo 19); e che il 14 maggio 2007, a Bruxelles, i ministri degli Esteri dell’UE avevano conferito all’Italia e alla presidenza di turno dell’UE, affidata alla Germania, il compito di preparare il testo della risoluzione per la moratoria universale della pena di morte da presentare all’Assemblea generale dell’ONU.
Nonostante siano falliti i tentativi effettuati nel 1994 e nel 1999 presso l’Assemblea generale dell’ONU, dal 1999 fino al 2005, l’approvazione ogni anno, sempre per iniziativa dell’UE, di una “risoluzione” su questo tema da parte della Commissione dei Diritti dell’Uomo e delle Nazioni Unite.
Grazie alla pressante azione dell’Italia fu presentata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 20 dicembre 2006, una “Dichiarazione sulla pena di morte” predisposta dall’UE, sottoscritta da 85 paesi membri.
Inoltre, il 13 aprile 2007, il Consiglio dei Ministri ha dato mandato al Ministro degli affari esteri di avanzare al Consiglio degli Affari generali dell’UE la proposta per l’abolizione della pena di morte e la contestuale moratoria, da presentare poi all’ONU.

Una nuova “risoluzione” a sostegno di una moratoria universale della pena di morte è stata approvata il 26 aprile 2007 dal Parlamento europeo, che ha invitato la Presidenza tedesca a presentarla con urgenza all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

L’Assemblea di Strasburgo ha inoltre annunciato la partecipazione della Campagna mondiale contro la pena di morte, invitando tutte le istituzioni dell’UE ed il Consiglio d’Europa, a proclamare, a partire dal 2007, il 10 ottobre quale “Giornata europea contro la pena di morte”.

E così, il 18 dicembre scorso, siamo arrivati al voto dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che a maggioranza a votato per la moratoria universale della pena di morte.

(LG-FF)

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