Due boss della mala reggina costruiscono una scuola barando sulla qualità del calcestruzzo. Durante una conversazione telefonica , uno dei due suggerisce di mettere meno cemento e più sabbia nellimpasto; laltro gli risponde scocciato che in questo modo la pompa idraulica rischia di bruciarsi. Né luno né laltro vengono sfiorati dalla preoccupazione che in questo modo la scuola rischia di crollare.
Ecomafia 2009 racconta storie come queste e rilegge un anno intero attraverso i numeri e i fatti della criminalità ambientale: traffici illeciti di rifiuti, abusivismo edilizio e appalti truccati, racket degli animali, archeomafia, agromafia, incendi boschivi e così via. Con una certezza: lecomafia non conosce crisi, anzi è sempre in forma smagliante.
I numeri sono quelli ufficiali delle forze dellordine. Le storie ,invece, danno senso luogo , nome e faccia a quei numeri.Ci sono le vittime e i carnefici, le guardie e i ladri. E se i confini nazionali si sono fatti stretti, la scena del crimine si sposta su scala globale: ogni angolo del pianeta è buono per trafficare rifiuti, opere darte e specie animali protette.
Ben 25.776 ecoreati accertati, cioè quasi 71 al giorno, 3 ogni ora. Più del 48% si è consumato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, il resto si spalma su tutto il territorio. Il 2008 è lanno dei record per le inchieste contro i trafficanti di rifiuti, ben 25. Con un fatturato che supera i 7 miliardi di euro, soldi sporchi accumulati avvelenando lambiente e i cittadini. La montagna di scorie industriali gestite illegalmente dalla Rifiuti SPA in un solo anno ha raggiunto la vetta di 3.100 metri, quasi quanto lEtna. Non è mai stata così alta.
Anche labusivismo edilizio non conosce tregua: 28 mila nuove case illegali e uninfinità di reati urbanistici, soprattutto nelle aree di maggior pregio. E poi il saccheggio del patrimonio culturale, boschivo, idrico, agricolo e faunistico. Il perché stà tutto in un numero: 20,5 miliardi di euro. Elincasso totale dellecomafia. Alla faccia della crisi economica.
La Campania guida la classifica dellillegalità , poi la Calabria , Sicilia e Puglia. Ma il Lazio preoccupa sempre più e Lombardia e Piemonte seguono troppo in fretta.
Se prima, sottolinea il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso i rifiuti del Nord finivano al sud, nei cosiddetti tombamenti, ora veri e propri crateri tossici sono stati scoperti nel milanese grazie alloperazione Star Wars: 178 mila metri cubi di rifiuti industriali gestiti da esponenti della ndrangheta compromettono 6 ettari e mezzo di terreno.
Gli affari sporchi della munnezza, ma anche del cemento, oltre al racket degli animali, alle agromafie e alle aggressioni ai danni del patrimonio culturale. Labusivismo edilizio, infatti,dilaga, spuntano 28 mila nuove case illegali. Il Lazio supera la Sicilia e conquista il terzo posto nel cemento selvaggio. Il territorio è gestito in modo criminale, sottolineò la procura di Tivoli.
Questi gli impressionanti numeri dellItalia sfregiata dal malaffare nella foto puntuale del Rapporto Ecomafia 2009 di Legambiente, presentato a Roma il 5 maggio scorso, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato Sebastiano Venneri, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità Legambiente, il procuratore antimafia Pietro Grasso, il vicepresidente della commissione antimafia Fabio Granata, il presidente della Commissione sul Ciclo dei rifiuti Gaetano Pecorella, il responsabile Ambiente del PD Ermete Realacci, Enrico Fontana del direttivo Legambiente, il presidente del Copasi Francesco Rutelli e Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente.
(LG-FF)