La direttiva, largamente basata sui parametri dellOrganizzazione mondiale della sanità, lascia agli Stati membri la libertà di imporre regole più severe nel proprio territorio, ma non di fissare standard di sicurezza meno rigorosi.
E tuttavia prevista la possibilità di una deroga temporanea, a condizioni che non comporti rischi per la salute umana e non esistano altri mezzi immediati per far rientrare lacqua potabile entro i parametri previsti. Gli Stati membri possono richiedere due deroghe di tre anni e, solo in casi eccezionali, una terza.
LItalia ha recentemente richiesto una terza deroga rispetto ai parametri massimi dellarsenico, del fluoruro e del boro per alcuni Comuni in Campania, Lazio, Lombardia, Toscana, Trentino-Alto Adige, Umbria. Le condizioni eccezionali che giustificano la richiesta sono legate, secondo lItalia, allorigine sotterranea della maggior parte dellacqua potabile presente nella penisola; le misure per far rientrare le riserve idriche nei parametri sarebbero in via di implementazione.
La Commissione come riferisce in una sua nota del 14 dicembre 2010 ha attentamente esaminato le prove scientifiche dellOrganizzazione mondiale della sanità e ha concluso che alcuni parametri possono essere ecceduti per un breve periodo senza rischio per la salute umana. Questo non si applica tuttavia al consumo di acqua di neonati e bambini.
Nella sua Decisione del 28 ottobre 2010 sulla richiesta dellItalia ai sensi della direttiva 98/83/CE del Consiglio concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano(vedi link) la Commissione europea ha concesso alcune deroghe e ne ha negate altre, a seconda del livello di sostanze nocive riscontrate nelle riserve dei singoli Comuni. In allegato alla citata Decisione si trova lelenco dettagliato dei Comuni e delle sostanze per le quali la deroga è stata accordata o meno.
Ogni deroga è concessa a condizione che sia no messe in atto misure effettive di limitazione del danno, tra le quali la fornitura a neonati i bambini di acqua pura imbottigliata.
(LG-FF)