Sono state le regioni del Nord, ed in particolare Piemonte e Lombardia, a subire il calo più accentuato: nel primo caso cè stato un duro impatto sui redditi da lavoro, nel secondo invece, su quelli da capitale, cioè sulla distribuzione degli utili delle imprese. In particolare il calo del reddito è stato del 4,1 % nel Nord-ovest, del 3,4% nel Nord-est, dell1,8% nel Centro e dell1,2% nwl Mezzogiorno.Dove decisamente i redditi restano più bassi che altrove. Le regioni settentrionali infatti presentano ancora i livelli di reddito pro capite più elevati e quelle meridionali i più bassi con il Centro ion posizione intermedia.
Fino al 2008 le famiglie del Nord-ovest hanno fatto registrare la più alta disponibilità per abitante, ma nel 2009 il primato è passato al Nord-est, con la provincia di Bolzano che ha scavalcato lEmilia Romagna in testa alla graduatoria.
Ed ancora, tra le varie regioni, Calabria e Sicilia sono le uniche due in cui il reddito disponibile delle famiglie ha mostrato tassi di crescita lievemente positivi. Una diversa incidenza che però non cancella gli squilibri di base: nel periodo 2006-2009 il reddito disponibile si è concentrato, in media, per circa il 53% nelle regioni del Nord, per il 26% circa al Sud ed il restante 21% al Centro.
Secondo la sociologa Chiara Saraceno, dal suo osservatorio di Berlino, dove da anni è impegnata allIstituto di ricerca sociale, il centro-nord resta comunque più ricco e con meno disoccupazione, ma la perdita è notevole. Non sono dati sorprendenti: la crisi ha colpito soprattutto il Piemonte, on un calo del reddito da lavoro, e in Lombardia, dove è in flessione il reddito da capitale.
Commentando gli ultimi dati Istat sul calo del reddito degli italiani nel 2009, il dato più drammatico resta quello della disoccupazione giovanile, un problema enorme, e certo non solo economico.
(LG-FF)