INAIL, Rapporto 2010: 775.000 infortuni, 980 mortali

Il Rapporto INAIL 2010 registra il 2010 come l’anno in cui – per la prima volta dal dopoguerra – la soglia dei morti sul lavoro è scesa sotto i mille casi. Dopo il calo record di infortuni del 2009 (- 20,4%) in parte dovuto agli effetti della difficile fase di congiuntura economica, il 2010 ha registrato un’ulteriore contrazione di 15.000 denunce, per un totale di 775.000 complessive, a definitiva conferma del miglioramento ormai “strutturale” dell’andamento infortunistico in Italia.

Il Rapporto INAIL 2010 registra il 2010 come l’anno in cui – per la prima volta dal dopoguerra – la soglia dei morti sul lavoro è scesa sotto i mille casi.
Dopo il calo record di infortuni del 2009 (- 20,4%) in parte dovuto agli effetti della difficile fase di congiuntura economica, il 2010 ha registrato un’ulteriore contrazione di 15.000 denunce, per un totale di 775.000 complessive, a definitiva conferma del miglioramento ormai “strutturale” dell’andamento infortunistico in Italia.

Il presidente della Camera, On. Gianfranco Fini, introducendo il Rapporto annuale INAIL ha dichiarato: “Servono non solo buone norme e sanzioni effettive, ma anche, e soprattutto, l’attenzione e la vigilanza quotidiana di tutti gli attori coinvolti”.

Il ministro Sacconi: “Dati incoraggianti, cresce la cultura della prevenzione malgrado il pressing della competizione”.

Secondo Fini “le morti e gli incidenti sul lavoro non possono essere considerati come una fatalità che irrompe all’improvviso e quasi casualmente nella vita lavorativa, come, cioè, una calamità che sopraggiunge dall’esterno, bensì devono essere considerati come la conseguenza statisticamente prevedibile della condizione in cui si svolge e si organizza il lavoro. Servono, quindi, non solo buone norme e sanzioni effettive, ma anche, e soprattutto, l’attenzione e la vigilanza quotidiana di tutti gli attori coinvolti”. Per Fini “la soluzione del problema è, infatti, tutta di ordine sostanziale e impone di intervenire su un complesso intreccio di fattori organizzativi, culturali e comportamentali che sono ancora radicati negli ambienti di lavoro”. Una realtà che vede la possibilità di una sola strategia d’intervento. “La vera battaglia per assicurare più sicurezza nei luoghi di lavoro passa inevitabilmente attraverso il processo di modernizzazione dei contesti organizzativi e dei modelli gestionali del lavoro”, ha concluso Fini, “là dove vincoli formali e norme inesigibili spingono nella direzione degli abusi e della improvvisazione che sono alcune delle principali cause delle tante tragedie sul lavoro”.

Fonte: INAIL

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