Il direttore dello stabilimento e il responsabile dell’area tecnica e servizi sono stati rinviati a giudizio, con l’accusa di omicidio colposo, per la morte dell’operaio Diego Bianchina, il primo dicembre 2009.
Entrambi si dichiarano estranei ai fatti.
Il procedimento si aprirà il prossimo 25 ottobre
Il direttore dello stabilimento della Thyssenkrupp di Terni e il dirigente responsabile dell’area tecnica e servizi sono stati rinviati a giudizio oggi (25.1.2012) dal gup della città umbra, Pierluigi Panariello, con l’accusa di omicidio colposo per la morte dell’operaio trentunenne Diego Bianchina.
L’incidente era avvenuto all’interno della zona emulsione acidi dell’acciaieria il primo dicembre 2009.
Anche la multinazionale è chiamata a comparire.
Nel corso del processo, che si aprirà il 25 ottobre prossimo, anche la multinazionale tedesca sarà chiamata a comparire per rispondere dell’illecito amministrativo connesso alla presunta violazione del decreto legislativo 231 del 2001 relativo alla predisposizione dei piani di sicurezza e di rischio. I legali dei due dirigenti e della Thyssen – gli avvocati Ezio Audisio, Andrea Garaventa, Cesare Zaccone e Antonio Giannini – avevano chiesto il non luogo a procedere. Entrambi gli imputati si proclamano, infatti, estranei agli addebiti.
Tre quadri intermedi hanno già patteggiato la pena. La procura contesta ai due – che al momento dell’incidente avevano assunto le loro funzioni da pochi giorni – di non avere ridotto i pericoli relativi all’operazione di travaso degli acidi compiuta, in contenitori non bonificati, da parte di Bianchina. Quest’ultimo sarebbe stato ucciso proprio dalle esalazioni provocate dal contatto dell’acido cloridrico con il sale sodio solfidrato contenuti accidentalmente in uno di questi contenitori. Nell’ambito della stessa indagine – coordinata dal sostituto procuratore Barbara Mazzullo – altri tre quadri intermedi dello stabilimento ternano, accusati sempre di omicidio colposo, avevano patteggiato nel maggio scorso la pena a un anno di reclusione ciascuno davanti al gup.
(Red)