19 aprile 2012. Requisitoria al tribunale di Caltagirone del pm, Sabrina Gambino, nel processo sull’incidente nel depuratore del comune catanese che, l’11 giugno 2008, provocò la morte di sei persone. Le pene più severe invocate per il titolare e il capo cantiere della ditta di espurgo incaricata dei lavori
19 aprile 2012.
Requisitoria al tribunale di Caltagirone del pm, Sabrina Gambino, nel processo sull’incidente nel depuratore del comune catanese che, l’11 giugno 2008, provocò la morte di sei persone.
Le pene più severe invocate per il titolare e il capo cantiere della ditta di espurgo incaricata dei lavori.
Ventotto anni e quattro mesi complessivi di carcere sono stati chiesti dall’accusa per l’incidente sul lavoro che, l’11 giugno 2008, all’interno del depuratore comunale di Mineo – a causa delle esalazioni tossiche in una fase di pulitura – persero la vita sei persone: i dipendenti comunali Salvatore Pulici, Giuseppe Palermo, Natale Sofia, Giuseppe Zaccaria, e due operai della società di espurgo Carfì di Ragusa, Salvatore Tumino e Giuseppe Smecca.
Si è conclusa in serata, davanti al tribunale di Caltagirone (Ct), la requisitoria del pm Sabrina Gambino, che alla fine ha chiesto la condanna a otto mesi per il sindaco di Mineo, ritenuto colpevole in misura minore rispetto ad altri sei imputati. Quattro anni sono stati chiesti per l’allora assessore comunale ai Lavori pubblici; quattro anni e otto mesi per il responsabile dell’Ufficio tecnico comunale; quattro anni per l’addetto ai servizio del depuratore; tre anni per il responsabile del servizio di prevenzione.
Pene più severe – con l’ipotesi di concorso in omicidio plurimo, sono state invece chieste per il titolare della Carfì e per il capo cantiere della ditta: per ciascuno dei due sono stati invocati sei anni (per il titolare anche la confisca della società e l’incompatibilità a contrarre rapporti di lavoro con altri enti pubblici).
(Pa-Ro)