Addio alla spiaggia libera: concessioni raddoppiate in 10 anni

Le spiagge date in concessione sono sono 12mila, una ogni 350 metri di costa, per un’estensione complessiva che arriva a 18 milioni di metri quadri.
Wwf: “Canoni bassi e guadagni miliardari”

Addio alla spiaggia libera: ecco i padroni del mare.

Le spiagge date in concessione:
– sono sono 12mila
– una ogni 350 metri di costa
– per un’estensione complessiva che arriva a 18 milioni di metri quadri.

Wwf: “Canoni bassi e guadagni miliardari”

Sono un bene comune, ma costituiscono un affare privato.

Anche se appartengono giuridicamente allo Stato, e quindi a tutti i cittadini, le spiagge italiane vengono sfruttate – sul piano ambientale ed economico – da 30 mila aziende titolari delle concessioni demaniali con un esercito di 600 mila operatori, compresi quelli dell’indotto.

Dal 2001 a oggi, gli stabilimenti sono più che raddoppiati, passando da 5.368 a circa 12 mila, fino a occupare 900 chilometri di costa: un quarto di quella adatta alla balneazione, su un totale di ottomila chilometri.

In pratica, uno ogni 350 metri, per un’estensione complessiva che arriva a 18 milioni di metri quadrati. A fronte di oneri concessori nell’ordine dei 130 milioni di euro all’anno a favore dell’erario, il fatturato di questa “industria delle spiagge” varia dai 2,5 miliardi dichiarati dai gestori (i contribuenti italiani più “poveri”, con una media di 13.600 euro a testa) ad almeno uno di più stimato dalla Guardia di Finanza, per raggiungere i 6-8 ipotizzati da alcuni esponenti ambientalisti.

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