Le pene decurtate per l’intervenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione. Confermato il risarcimento di 4,2 milioni di euro a favore dell’INAIL.
Al centro del procedimento la morte di 37 operai per tumore ai polmoni determinati dall’inalazione delle fibre d’asbesto e le lesioni riportate da altri 24 dipendenti che hanno contratto la malattia.
PALERMO – Condanne ridotte per gli ex dirigenti della Fincantieri di Palermo dichiarati colpevoli in primo grado di omicidio colposo e lesioni gravissime nei confronti di oltre sessanta persone a causa dell’inalazione di fibre di amianto. La sesta sezione della Corte d’appello – dichiarando l’intervenuta prescrizione di alcuni capi d’imputazione per fatti precedenti al 1997 – ha decurtato la pena dei tre ex vertici rispettivamente a quattro anni e due mesi (sette anni e sei mesi in primo grado), a tre anni e sei mesi (sei anni in primo grado) e a due anni e otto mesi (tre anni in primo grado). Confermato il risarcimento di 4,2 milioni di euro nei confronti dell’INAIL, costituita parte civile insieme ai familiari delle vittime e degli operai ancora oggi malati e ad altre associazioni.
Al centro del procedimento la morte di 37 operai deceduti per tumore ai polmoni determinati dall’inalazione delle fibre di amianto e le lesioni riportate da altri 24 dipendenti che hanno contratto la malattia. I giudici avevano condannato gli imputati a risarcimenti milionari anche nei confronti della Camera del Lavoro, di Legambiente e della Fiom. Oltre 50 i familiari e le vittime costitute parte civile difese dagli avvocati Fabio Lanfranca e Paolo Palma.
A rappresentare l’Inail è stato, invece, l’avvocato Salvatore Cacioppo. La corte, infine, ha dichiarato non doversi procedere per tre ex legali rappresentanti di ditte dell’indotto di Fincantieri – la Blascoanc srl e la cooperative Rinascita Pizzettini – per intervenuta prescrizione delle accuse a loro contestate: entrambi rispondevano di lesioni gravissime.