Laccusa ha chiesto la conferma delle condanne: a partire dai 16 anni e mezzo per lad Harald Espenhahn.
Quattro settimane al verdetto nel procedimento per il rogo allo stabilimento di Torino che, nel dicembre 2007, provocò la morte di sette operai.
L’accusa ha chiesto la conferma delle condanne: a partire dai 16 anni e mezzo per lad Harald Espenhahn.
Ma per la difesa lincidente fu dovuto a concause imprevedibili: tra queste, anche la negligenza delle vittime
Mancano quattro settimane: verrà pronunciata il prossimo 28 febbraio la sentenza d’appello per il rogo della Thyssenkrupp di Torino.
Nei tre giorni precedenti ci sarà spazio per le repliche e poi la parola spetterà ai giudici.
In primo grado, il 15 aprile 2011, la sentenza fu perentoria, al punto da essere ritenuta uno spartiacque nella giurisprudenza italiana legata al mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro: 16 anni e mezzo per omicidio volontario con dolo eventuale a carico dell’amministratore delegato della società, Harald Espenhahn, e pene tra i dieci e i 13 anni per gli altri cinque dirigenti. Adesso il verdetto sarà confermato o se la linea della difesa avrà fatto breccia ridimensionerà la portata dei reati riconosciuti e delle relative condanne.