Ad analizzare la mappatura delle rinnovabili in Italia e la loro crescita costante sul territorio negli ultimi anni è il rapporto Comuni Rinnovabili 2014 di Legambiente.
I comuni dove si trovava almeno un impianto erano 7.937 nel 2013 e solo 356 nel 2006.
“I risultati raggiunti dalle rinnovabili nel nostro Paese in termini di produzione e distribuzione nel territorio erano semplicemente inimmaginabili solo 10 anni fa – dichiara Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – e dimostrano come gli impianti sono affidabili e competitivi. Ora però non dobbiamo fermarci, perché la crisi economica e i problemi energetici italiani – costi crescenti in bolletta, dipendenza dall’estero e quindi insicurezza, emissioni inquinanti e di gas serra – possono trovare risposta proprio attraverso un modello di generazione distribuito, efficiente e da fonti rinnovabili. L’Italia ha tutto l’interesse a percorrere questa direzione, che permette a famiglie e imprese di risparmiare autoproducendo l’energia termica e elettrica di cui hanno bisogno e gestendola in maniera più efficiente”.
Legambiente indica nel suo rapporto anche una serie di proposte per continuare a far crescere le rinnovabili. A partire proprio dal premiare tutti coloro che si rendono autonomi attraverso impianti rinnovabili ed efficienti, togliendo ogni limite allo scambio sul posto dell’energia con la rete e aprendo ai contratti di vendita diretta di energia prodotta da impianti da fonti rinnovabili e in cogenerazione, rendendo possibile la gestione delle reti da parte di cooperative e Esco. Servono poi regole chiare e trasparenti per l’approvazione dei progetti da rinnovabili che sono la condizione per uno sviluppo integrato nel territorio e libero da appetiti della criminalità. In molte Regioni è di fatto vietata la realizzazione di nuovi progetti mentre in altre non sono garantite trasparenza e tutela e l’incertezza delle procedure è ancora oggi una delle principali barriere alla diffusione degli impianti da fonti rinnovabili in Italia (per l’eolico offshore siamo ancora a 0 impianti in Italia). Serve introdurre, come in Germania, un sistema di incentivi per le famiglie e le piccole e medie imprese per impianti fotovoltaici sui tetti integrati con sistemi di accumulo che prevedano almeno il 60% della produzione di autoconsumo; e reintrodurre incentivi in conto energia per la sostituzione di coperture in amianto con tetti fotovoltaici. Infine, occorre spingere la riqualificazione energetica in edilizia con nuove politiche per aiutare a ridurre le bollette, in particolare quella la spesa più consistente che riguarda il riscaldamento, di case, condomini, uffici, edifici pubblici e privati (pari al 5,2% della spesa media una famiglia a fronte dello 0,3 di quella per gli incentivi alle rinnovabili su cui si concentra tutta l’attenzione mediatica e politica).