Il venerdì è il giorno della settimana in cui si concentra il maggior numero di incidenti stradali: 27.201, pari al 15,4% del totale. La domenica avvengono, però, i sinistri più gravi (3,1 morti ogni 100 incidenti), seguita dal sabato (2,3). Nella fascia oraria notturna (tra le 22 e le 6 del mattino), l’indice è più elevato fuori città.
Distrazione (21,4%), velocità elevata (17,3%) e mancato rispetto della distanza di sicurezza non adeguate (13,4%) sono i motivi più frequenti di incidenti su strade extra urbane. In città, invece, è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare incidenti (18,6%), seguita da distrazione (15,4%) e velocità (9,2%). L’eccesso di velocità è anche causa della maggior parte delle sanzioni oltre alle infrazioni legate al mancato possesso di documenti di circolazione e assicurazione, alla sosta vietata, il mancato uso di dispositivi di sicurezza (cinture, casco e sistemi di ritenuta per bambini) e il mancato uso di lenti o l’uso di telefoni cellulari o cuffie.
Il 2014 è stato un anno nero per i ciclisti con in tasso di mortalità in aumento come nessun’altra categoria: 273 i morti a causa di incidenti stradali, 16.994 i feriti. La percentuale delle morti (+8,8% rispetto al 2013) colpisce soprattutto se paragonata alla variazione di altre categorie: +0,3% i morti tra gli automobilisti; +4,9% i pedoni; addirittura -4,3% tra i motociclisti. Le biciclette continuano a mantenere, anche nel 2014, la terza posizione in graduatoria, dietro autovetture e motocicli, per numero di vittime. Se si considerano poi i soli utenti vulnerabili, escludendo i pedoni, i ciclisti rappresentano la categoria più a rischio dopo i motociclisti. Lo svantaggio femminile si presenta anche fra i ciclisti: la quota di donne vittime è pari al 16,4% contro l”11,4% degli uomini. I ciclisti deceduti, di entrambi i generi, sono più numerosi tra i 70 e gli 89 anni (42,5% del totale ); fra i feriti, invece, le percentuali più elevate si registrano per le età comprese tra 35 e 54 anni (circa il 33% del totale). Un numero significativo di vittime e feriti si registra anche tra i bambini di 10-14 anni (6 morti e 906 feriti), e i giovani 15-19enni (8 morti e 1.130 feriti).