ISTAT: pubblicato rapporto “Noi Italia” 2016

Noi Italia offre una selezione di indicatori statistici che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alle condizioni economiche delle famiglie, alla finanza pubblica, all’ambiente, mettendo in luce le differenze regionali che caratterizzano il Paese e la sua collocazione nel contesto europeo. L’Italia si conferma tra i paesi più densamente popolati dell’Unione europea.

Nel 2014 l’Italia si conferma il quarto paese per importanza demografica dopo Germania, Francia e Regno Unito. Oltre un terzo della popolazione italiana è concentrata in tre regioni: Lombardia, Lazio e Campania.
Secondo le prime stime relative al 2015, per la prima volta negli ultimi 10 anni la speranza di vita alla nascita arretra, con un decremento di 0,2 punti per gli uomini (80,1) e 0,3 per le donne (84,7).
Continua a diminuire il numero medio di figli per donna, nel 2014 si attesta a 1,37 mentre occorrerebbero circa 2,1 figli per garantire il ricambio generazionale.
All’inizio del 2015 risiedono in Italia oltre 5 milioni di cittadini stranieri (1,9% in più rispetto all’anno precedente) che rappresentano l’8,2% del totale dei residenti.

Nel 2015 si stabilizza la quota di persone che leggono quotidiani (47,1%) e aumenta leggermente quella di chi legge libri, anche se è ancora sotto il 50%. Si conferma elevato, anche se in leggera diminuzione, l’utilizzo della Rete per la lettura di giornali, news o riviste; tra i giovani di 20-24 anni uno su due usa il web a questo scopo.
Prosegue il miglioramento del livello di istruzione degli adulti. La quota di 25-64enni che hanno conseguito al massimo la licenza media è scesa dal 51,8% del 2004 al 40,5% del 2015 ma sfiora il 50% nel Mezzogiorno (48,8%). Oltre la metà dei giovani 15-24enni è impegnata in un percorso di formazione superiore; i tassi di partecipazione sono più alti nel Centro-Nord, in particolare in Emilia-Romagna e Lazio.

Nel 2015 risultano occupate oltre 6 persone in età 20-64 anni su 10, ma è forte lo squilibrio di genere a sfavore delle donne (70,6% gli uomini occupati, 50,6% le donne) come il divario territoriale tra Centro-Nord e Mezzogiorno. Nella graduatoria europea relativa al 2014, solamente Grecia, Croazia e Spagna presentano tassi di occupazione inferiori a quello italiano mentre la Svezia registra il valore più elevato (74%).

Nel 2013 la spesa sanitaria pubblica italiana si attesta intorno ai 2.400 dollari pro capite a fronte degli oltre 3.000 spesi in Francia e Germania.
Gli stili di vita degli italiani continuano al migliorare. Nel 2014 si riducono i consumatori di alcol a rischio (15,5%), i fumatori (19,5%) e le persone obese (10,2%). A livello territoriale la quota più alta di consumatori di alcol si ritrova nel Centro-Nord mentre l’obesità è più diffusa nel Mezzogiorno.

La crisi economica si è riflessa in un calo del numero delle imprese. Nel 2013, in Italia operano circa 62 imprese ogni mille abitanti, un valore tra i più elevati del continente europeo.
Nel 2013 la spesa per ricerca e sviluppo aumenta in Italia sia in termini assoluti sia in rapporto al Pil (1,31%). Tale valore è inferiore a quello medio europeo (2,03%), ancora distante dall’obiettivo nazionale della Strategia Europa 2020 (1,53%) e dal target europeo del 3%.

Nel 2015 le aree protette comprese nella Rete Natura 2000 coprono il 19,3% della superficie nazionale, collocando l’Italia al di sopra della media Ue28 (18,1%). Oltre un quinto del territorio del Mezzogiorno è compreso in questa rete, Sicilia e Sardegna presentano i valori regionali più alti.
Nel 2014 continua il calo nella produzione di rifiuti urbani, 487,8 Kg per abitante, circa 3 kg in meno rispetto all’anno precedente. A livello territoriale, le maggiori quantità di rifiuti urbani si raccolgono nelle regioni del Centro Italia.
Prosegue la riduzione di rifiuti raccolti e smaltiti in discarica, nel 2014 sono 153,5 kg per abitante, 27,7 in meno rispetto al 2013.
Nel 2014 diminuiscono sia i consumi elettrici (-3% circa rispetto al 2013) che la produzione lorda di energia elettrica (-4,3% rispetto al 2013).

Fonte: Istat

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