Caporalato, ecco cosa cambia con la nuova legge

La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge sul contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo, il cosiddetto ddl caporalato. Tra le novità: pene più severe, responsabilità delle imprese, indennizzi, confisca dei beni, accoglienza per gli stagionali.

Con il via libera definitivo da parte della Camera, il ddl contro il reato di caporalato diventa legge. Ecco le principali novità che introduce il provvedimento:

Reato di caporalato
Viene modificato l’articolo 603-bis del codice penale (“Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”), che riscrive il reato di caporalato introducendo la sanzionabilità anche del datore di lavoro; si prevede l’estensione alle persone giuridiche della responsabilità per il reato di caporalato; rispetto alla fattispecie vigente, è introdotta una fattispecie-base che prescinde da comportamenti violenti, minacciosi o intimidatori; viene prevista la pena della reclusione da uno a sei anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato per chi recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori; utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante l’attività di intermediazione, sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno. Se i fatti sono commessi mediante violenza o minaccia, si applica la pena della reclusione da cinque a otto anni e la multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato.

Lo sfruttamento

Costituisce ‘indice di sfruttamento’ la sussistenza di una o più delle seguenti condizioni:
1) la reiterata corresponsione di retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali o territoriali stipulati dalle organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale, o comunque sproporzionato rispetto alla quantità e qualità del lavoro prestato;
2) la reiterata violazione della normativa relativa all’orario di lavoro, ai periodi di riposo, al riposo settimanale, all’aspettativa obbligatoria, alle ferie;
3) la sussistenza di violazioni delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro;
4) la sottoposizione del lavoratore a condizioni di lavoro, a metodi di sorveglianza o a situazioni alloggiative degradanti.

Confisca obbligatoria

È sempre obbligatoria, salvi i diritti della persona offesa alle restituzioni e al risarcimento del danno, la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono il prezzo, il prodotto o il profitto, salvo che appartengano a persona estranea al reato.
Ove essa non sia possibile è disposta la confisca di beni di cui il reo ha la disponibilità, anche indirettamente o per interposta persona, per un valore corrispondente al prodotto, prezzo o profitto del reato. Il giudice può disporre, in luogo del sequestro, il controllo giudiziario dell’azienda.

Arresto obbligatorio in flagranza
L’articolo 4 modifica l’art. 380 del codice di procedura penale aggiungendo il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro commesso con violenza e minaccia tra quelli per cui è obbligatorio l’arresto in flagranza.

Responsabilità degli enti
Viene aggiunto il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro tra quelli per i quali è prevista la responsabilità amministrativa degli enti, (di cui al D.Lgs. 231/2001). La sanzione pecuniaria a carico dell’ente responsabile del reato di caporalato è stabilita tra 400 quote e 1.000 quote (l’importo di una quota va da un minimo di 258 a un massimo di 1.549 euro).

Indennizzi per le vittime
Per la prima volta si decide di estendere le finalità del Fondo antitratta anche alle vittime del delitto di caporalato.

Rete lavoro agricolo di qualità

Viene rafforzata la operatività della Rete del lavoro agricolo di qualità.

Piano di interventi per lavoratori stagionali
Le amministrazioni statali saranno direttamente coinvolte nella vigilanza e nella tutela delle condizioni di lavoro nel settore agricolo.

Fonte: CGIL

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