La Grande Foresta del Nord, ovvero l’ecosistema forestale boreale, rappresenta quasi un terzo delle foreste rimaste sulla Terra. Le vaste torbiere e il permafrost che la caratterizzano ne fanno il più grande deposito di carbonio tra gli ecosistemi terrestri del nostro Pianeta, rendendo questa foresta indispensabile nella lotta contro i cambiamenti climatici. Eppure solo il 3% della sua estensione è protetto.
All’inizio di quest’anno, in seguito ad un riassetto societario, il Gruppo SCA è stato diviso in due aziende indipendenti: SCA, che lavora nel settore forestale, ed Essity, specializzata nel tissue, ovvero fazzoletti, carta igienica, asciugatutto e tovaglioli. Il report di Greenpeace International “Wiping out the boreal” mostra come Essity acquisti da SCA della polpa di cellulosa derivante proprio da aree di foresta boreale ad Alto Valore di Conservazione, incluse le foreste vergini.
Queste zone sono l’habitat di specie minacciate, come il lupo grigio e la lince. Inoltre, SCA sostituisce gli alberi che taglia con piantagioni di pino contorto (Pinus contorta), specie arborea non autoctona, che alterano l’ecosistema forestale e rendono difficoltoso l’approvvigionamento di cibo per le renne, e la vita del popolo Sami, la cui sussistenza è basata soprattutto sul pascolo di questi animali.
Quello del tissue è un mercato in espansione in Europa. In Italia, nel 2016, il consumo pro capite complessivo di fazzoletti, carta igienica, asciugatutto e tovaglioli è stato di 9 chilogrammi all’anno.
“Essity è tra i leader nella produzione di tissue e deve assumere la leadership anche nella lotta per salvare la Grande Foresta del Nord”, continua Borghi. “Chiediamo quindi ad Essity di eliminare dalla propria filiera i fornitori coinvolti nella distruzione di aree importanti della ‘corona verde’ del nostro Pianeta, assicurando in questo modo anche il rispetto dei diritti dei Popoli Indigeni”, conclude Borghi.