La disponibilità di terra coltivata significa produzione agricola di qualità, sicurezza alimentare e ambientale per i cittadini e argine nei confronti del degrado e del rischio idrogeologico. Secondo la Coldiretti, sulla base di dati ISPRA, sono saliti a 7145 (l’88,3% del totale) i comuni italiani a rischio frane e/o alluvioni. Per proteggere la terra e i cittadini
l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola.
Occorre accelerare l’approvazione della legge sul consumo di suolo, ormai da anni ferma in Parlamento, che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio. Una esigenza che si estende a livello comunitario all’obiettivo delle Nazioni Unite di fermare il degrado di suolo a livello globale entro il 2030.