“Queste microfibre – spiega Rosalba Giugni, Presidente di Marevivo – raggiungono il mare perché non bloccate dagli impianti di trattamento Un danno non solo ambientale perché le particelle entrano nella catena alimentare accumulandosi negli apparati digerenti degli animali, riducendo anche la loro capacità di assorbire il cibo. Scienziati di tutto il mondo stanno lavorando per trovare una soluzione. La prima fra tutte deve essere quella di studiare tessuti senza rilascio di microfibre. Non è semplice, nel frattempo ognuno di noi può fare qualcosa per aiutare il mare. Ridurre, Riciclare e Riusare. Ridurre gli acquisti superflui, usare più a lungo i capi acquistati e riciclarli correttamente, effettuare lavaggi meno frequenti usando programmi per la lavatrice brevi, a basse temperature e con una velocità della centrifuga ridotta”.
Dallo studio dell’IUCN: “Primary Microplastics in the Ocean” del 2017 è emerso che tra tutte le microplastiche primarie (quelle che non si formano dalla decomposizione dei rifiuti) che finiscono in mare, il 35% è rappresentato dalle microfibre dei tessuti sintetici.
Tra i tessuti sotto accusa ci sono l’acrilico e il poliestere. Materiali che dovrebbero essere sostituiti da altri più sostenibili che non rilascino sostanze pericolose e microfibre, come suggerisce la fondazione Ellen MacArthur che in un recente studio “A New textiles economy” ha denunciato come gli abiti scarichino ogni anno mezzo milione di tonnellate di microfibre negli oceani. Una quantità pari a oltre 50 miliardi di bottiglie di plastica. Sostenuta dalla stilista Stella McCartney, Ellen MacArthur ha lanciato la campagna per ridurre le emissioni prodotte dalla moda. Negli ultimi anni si è avuta una crescita esponenziale del pronto moda (dal 2000 al 2014 la merce prodotta è raddoppiata ed è in continua crescita) e l’impatto sull’ambiente è aumentato notevolmente.
Investire su tessuti sintetici più eco-friendly potrebbe rappresentare una valida soluzione visto che il 60% di tutti gli indumenti a livello globale è realizzato in poliestere ma è necessario anche migliorare il sistema di filtraggio dei depuratori delle acque reflue.