Comunicare il rischio, una nuova intervista di ARPAT

ARPAT pubblica l’intervista a Andrea Cerase autore della monografia “Rischio e comunicazione. Teorie, modelli e problemi” che fa parte di una una serie di interviste ad esponenti di associazioni ambientaliste, giornalisti, professionisti della comunicazione, esperti delle tematiche della trasparenza volte ad approfondire temi quali la comunicazione, l’informazione ambientale e i processi partecipativi.

ARPAT rivolge qualche domanda ad Andrea Cerase, dottore di ricerca in Scienze delle comunicazioni, ricercatore all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e cultore della materia all’Università la Sapienza di Roma. Oltre agli studi sulla comunicazione e gli impatti sociali del rischio, Cerase si occupa di giornalismo e del rapporto tra media tradizionali e digitali e fenomeni di discriminazione ed esclusione sociale. Tra le sue numerose pubblicazioni sui temi del rischio si segnala la recente monografia “Rischio e comunicazione. Teorie, modelli e problemi”.

Ecco le domande:

Il rischio ed il conseguente senso di paura ed incertezza condiziona ormai fortemente la vita e le scelte dei cittadini. Secondo i suoi studi, quali sono i motivi che hanno portato alla centralità del concetto di rischio nella società contemporanea?

Ritiene che le agenzie ambientali, in quanto enti pubblici con forte connotazione tecnico-scientifica, potrebbero dare un contributo significativo nella così detta “gestione del rischio”?

I cittadini che si interfacciano con noi tramite l’ufficio relazioni con il pubblico si presentano sempre più preoccupati degli impatti sull’ambiente, e soprattutto sulla salute, di un’attività o di un’opera. Quali sono, secondo lei, le possibili strategie ed azioni comunicative che si dovrebbero seguire per affrontare tali preoccupazioni?

Le agenzie ambientali, fra i loro compiti istituzionali, hanno anche quello di raccogliere, organizzare e diffondere i dati ambientali. Cosa potrebbero fare, secondo lei, in questo ambito per poter agevolare la comunicazione del rischio?

Per leggere le risposte andare all’intervista al primo link.

Fonte: ARPAT

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