Per questo l’1 giugno 2018 ha lanciato “Plastic Radar”, il servizio per segnalare la presenza di rifiuti in plastica sulle spiagge, sui fondali o che galleggiano sulla superficie dei mari italiani. È possibile partecipare inviando le segnalazioni su whatsapp.
Attraverso il sito plasticradar.greenpeace.it è possibile poi consultare i risultati e scoprire quali sono le tipologie di imballaggi più comuni nei mari italiani, a quali categorie merceologiche appartengono, se sono in plastica usa e getta o multiuso e da quali mari italiani arriva il maggior numero di segnalazioni.
Insomma, se le spiagge e i fondali marini sono soffocati dalla plastica, questo non vuol dire che ci si debba rassegnare a convivere con la presenza di rifiuti in plastica ma si può accendere i riflettori su questo grave inquinamento che rappresenta una delle emergenze ambientali più gravi di questo tempo.
Per effettuare una segnalazione è necessario scattare una foto del rifiuto e, se possibile, fare in modo che sia riconoscibile il marchio e il tipo di plastica di cui è costituito. Successivamente va inviata, insieme alle coordinate geografiche del luogo dove è stato individuato il rifiuto. Greenpeace elaborerà le segnalazioni e i dati relativi a tipo di rifiuto e posizione e li renderà disponibili in forma aggregata – nell’arco di 24-48 ore – sul sito Plastic Radar.
Se si vuole fermare l’inquinamento da plastica nei mari, è necessario che le grandi aziende affrontino concretamente le loro responsabilità, in particolare riguardo la plastica monouso, avviando immediatamente programmi che riducano drasticamente il ricorso all’utilizzo di imballaggi e contenitori in plastica usa e getta.