Una rete di competenze al servizio della natura che agirebbe sotto l’egida dell’Onu: “La nostra proposta – ha dichiarato il ministro Costa – nasce dalla necessità di utilizzare al massimo delle loro potenzialità lo straordinario patrimonio di competenze e professionalità che vanno dalle università, ai tanti centri di ricerca, dall’Ispra ai carabinieri forestali. Sarebbe egoista e miope – ha continuato Costa – pensare di tenerle solo per noi. Sono convinto – ha spiegato il ministro – che molti di questi professionisti sarebbero felici di dare un contributo al sostegno di aree naturali in altri Paesi per aiutare le autonome scelte di quei governi. Si tratta di migliorare la formazione e l’informazione, di rendere evidenti le opportunità, di far crescere la buona economia che si pone in sinergia con la natura”.
In merito ai finanziamenti necessari a realizzare l’idea Costa ha chiarito: “I fondi sono già disponibili, possiamo utilizzare quelli per la difesa dal cambiamento climatico a cui ci siamo impegnati con l’accordo di Parigi del 2015. Difendere e far crescere le aree verdi vuol dire stoccare carbonio negli alberi e dunque sottrarlo all’atmosfera, dove ha raggiunto livelli pericolosi. Inoltre per il rispetto degli accordi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dobbiamo raggiungere obiettivi come l’integrazione uomo-natura e la conservazione dei grandi ecosistemi senza i quali l’umanità non potrebbe sopravvivere. Si tratta di razionalizzare le iniziative e in corso e di esportare pratiche di eccellenza. L’Unesco – ha concluso il ministro Sergio Costa – è il luogo di coordinamento ideale per queste attività perché nessuna arte è più grande della tutela della natura”.