Sono state 231.067 le denunce pervenute all’Inail per infortuni sul lavoro avvenuti nel 2017 che hanno riguardato le donne nelle tre gestioni principali (Agricoltura, Industria e servizi, conto Stato), e restano sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente, con un incremento pari allo 0,3%. A queste si aggiungono le 47 del settore Navigazione e le 405 della gestione autonoma casalinghe. I casi mortali denunciati che hanno coinvolto lavoratrici sono stati 111 (tre in più rispetto al 2016), 65 dei quali riconosciuti positivamente dall’Inail. Nessuna denuncia per eventi mortali è stata registrata nel settore Navigazione, mentre delle tre denunce che hanno interessato le casalinghe nel 2017, due casi sono stati accertati positivamente.
Tra il 2013 e il 2017 le denunce di infortunio sono diminuite nel complesso del 7,7%. A fronte di un aumento dell’1,6% dell’occupazione femminile, le denunce delle lavoratrici sono diminuite del 5,8%, mentre per i lavoratori la riduzione è stata dell’8,8%. Nello stesso periodo l’incidenza delle donne sul totale degli infortuni è salita dal 35,3% al 36,0%. Solo cinque in meno, invece, dalle 116 del 2013 alle 111 del 2017 (-4,3%) le denunce di infortunio con esito mortale per le lavoratrici, mentre la diminuzione rilevata per i lavoratori nello stesso arco temporale è stata del 10%.
Per quanto riguarda le denunce di infortunio sul lavoro presentate nel corso del 2018, dai dati, ancora provvisori, pubblicati nella sezione Open data del portale dell’Inail, emerge un aumento complessivo dello 0,9% rispetto al 2017, da 635.433 a 641.261 (i dati sono rilevati al 31 dicembre di ciascun anno per omogeneità di confronto). Ma se per i lavoratori c’è stato un aumento più consistente (+1,4%), l’incremento per le lavoratrici è stato molto leggero (+0,1%). Le denunce con esito mortale, invece, sono state nel complesso 104 in più (+10,1%), dalle 1.029 del 2017 alle 1.133 del 2018, e anche in questo caso il primato è degli uomini (da 927 a 1.029 denunce) a fronte del dato femminile che passa da 102 a 104.
Se gli infortuni femminili si concentrano per oltre la metà al Nord (60,2%), seguito dal Centro (20,8%) e dal Mezzogiorno (19%) per i casi mortali, le regioni meridionali salgono al secondo posto con una percentuale del 31,5% a fronte del 45,1% di quelle settentrionali e al 23,4% dell’area centrale della penisola. Le lavoratrici più a rischio sono quelle del settore dei servizi domestici e familiari (colf e badanti), con un’incidenza di infortuni dell’89% sul totale delle denunce del settore, seguito da sanità e assistenza sociale (73,8%) e dal confezionamento di articoli di abbigliamento (69,1%), mentre nei settori più rischiosi dell’industria si scende fino al 2,8% rilevato nelle costruzioni. Per quanto riguarda le fasce di età, la più colpita è quella tra i 50 e i 54 anni, con 33.068 casi (+0,3% rispetto al 2016) e rappresenta il 14,3% di tutti gli infortuni al femminile.