Legge Salvamare, approvata la norma che consente ai pescatori di raccogliere la plastica in mare

Approvata dal Consiglio dei Ministri la norma che consente ai pescatori di raccogliere e portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti. Il Ministro dell’ambiente Sergio Costa: “Con la Legge Salvamare iniziamo a ripulire il mare dalla plastica”.

Approvato, il 4 aprile 2019 dal Consiglio dei Ministri, il disegno di legge Salvamare presentato dal Ministro dell’ambiente Sergio Costa.

I pescatori potranno finalmente portare a terra la plastica accidentalmente finita nelle reti. Finora erano costretti a ributtarla in mare perché altrimenti avrebbero compiuto il reato di trasporto illecito di rifiuti, sarebbero stati considerati produttori di rifiuti e avrebbero dovuto anche pagare per lo smaltimento.

“È una grande vittoria per il nostro mare, finalmente iniziamo a ripulire il mare dalla plastica e lo facciamo con degli alleati eccezionali – i pescatori – che conoscono il problema meglio di tutti perché ogni giorno tirano su le reti raccogliendo spesso altrettanta plastica rispetto al pescato” dichiara Sergio Costa, ministro dell’Ambiente. “Quella della plastica in mare è un’emergenza planetaria, dobbiamo affrontarla adesso, non si può rinviare. L’Italia, che è bagnata per due terzi dal mare, vuole essere leader nella soluzione: appena la Direttiva europea sulla plastica monouso sarà pubblicata, approveremo anche noi la legge per dire stop al monouso”.

Con la legge Salvamare appena approvata, intanto, i pescatori che diventeranno “spazzini” del mare potranno avere un certificato ambientale e la loro filiera di pescato sarà adeguatamente riconoscibile e riconosciuta. I rifiuti potranno essere portati nei porti dove saranno allestiti dei punti di raccolta e verranno introdotti dei meccanismi premiali per i pescatori.

Il Mediterraneo è particolarmente esposto al problema della plastica, in quanto si tratta di un mare semichiuso: si pensa che siano almeno 250 miliardi i frammenti di plastica al suo interno. Nel Tirreno il 95% dei rifiuti galleggianti avvistati, più grandi di venticinque centimetri, sono di plastica, il 41% di questi sono buste e frammenti.

In Italia esistono già dei progetti sperimentali di coinvolgimento dei pescatori nella raccolta della plastica che stanno dando ottimi risultati: nell’Arcipelago Toscano da un anno (a Livorno) e anche in Puglia, dove la Regione avvia proprio in questi giorni la sperimentazione.

“Il nostro è il Ministero dell’ambiente, del territorio e del mare” afferma Costa “Sono orgoglioso del fatto che la prima legge di iniziativa di questo Ministero si proponga di tutelare il mare. Lo dobbiamo anche a tutte quelle specie animali – tartarughe, uccelli marini, balene e delfini – che scambiano la plastica per cibo e muoiono per indigestione o soffocamento”.

Come ricordano i ricercatori, nel Mar Mediterraneo 134 specie sono vittime di ingestione di plastica, tra cui 60 specie di pesci, le 3 specie di tartarughe marine, 9 specie di uccelli marini e 5 specie di mammiferi marini. Tutte le specie di tartarughe marine presenti nel Mediterraneo presentano plastica nello stomaco.

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