La quantità di tempo trascorso all’aperto è senz’altro importante, ma per stabilire il grado di pericolosità dei raggi UV nel singolo caso occorre considerare anche altri fattori, tra cui la stagione, l’ora del giorno e l’altitudine alla quale viene eseguito il lavoro. Una superficie bianca o metallica, ad esempio, riflette la radiazione intensificando l’effetto dei raggi UV. Inoltre è bene iniziare per tempo a utilizzare una protezione solare, ma anche in questo caso si commettono diversi errori: molti ad esempio non sanno che i raggi UV, già a maggio, presentano un’intensità equivalente a quella di agosto. Oppure ignorano che i raggi nocivi colpiscono la superficie terrestre anche se il cielo è parzialmente nuvoloso.
Da alcune analisi è emerso che chi lavora all’aperto, nella maggior parte dei casi, è consapevole che i raggi ultravioletti possono provocare tumori cutanei e sa valutare il proprio rischio in modo realistico. Malgrado ciò, non tutti si proteggono adeguatamente dagli effetti nocivi del sole. Jeannette Büchel, psicologa sociale e del lavoro presso la Suva, spiega: “Il comportamento adottato dai superiori e dai colleghi di lavoro ha un peso rilevante. Prendiamo ad esempio la protezione per la nuca: c’è chi è favorevole e chi, invece, deride chi ne fa uso”. Se qualcuno associa una protezione a emozioni negative, in genere evita di indossarla nonostante vi siano ottimi motivi per farlo. Chi dà il buon esempio, pertanto, contribuisce anche a salvaguardare la salute delle persone che ha intorno.
La Suva ha stilato alcune regole di comportamento semplici ed efficaci, rivolte ai lavoratori e al datore di lavoro per l’attività di prevenzione.
Per chi lavora all’aperto:
– Coprirsi il più possibile con indumenti adeguati.
– Applicare la crema solare su tutte le parti del corpo scoperte. Non dimenticare di proteggere labbra e orecchie.
– Adottare accorgimenti aggiuntivi nei mesi di giugno e luglio per una maggiore protezione: spostarsi all’ombra o, se non si può fare a meno di lavorare al sole, indossare un copricapo (casco, berretto) con visiera e protezione per la nuca. Viso, testa, orecchie e nuca sono le parti del corpo più a rischio di sviluppare epiteliomi.
Per i datori di lavoro:
– Laddove praticabile e opportuno, fare in modo che i posti di lavoro siano ombreggiati nei mesi di giugno e luglio.
– Fornire ai dipendenti che lavorano all’aperto crema solare e i necessari dispositivi di protezione individuale.
– Se possibile, modificare gli orari dei turni per evitare di lavorare sotto il sole cocente.
Attenzione: è importante proteggersi dai raggi UV per l’intero periodo da aprile a settembre.