La situazione attuale registra dei progressi ma le disuguaglianze persistono, ad esempio sul mercato del lavoro, dove le donne sono pagate di meno degli uomini.
Per divario salariale di genere s’intende la differenza fra gli stipendi medi di uomini e donne ed è definito ufficialmente “differenziale retributivo di genere non rettificato” in quanto non tiene conto di tutti i fattori che influenzano il differenziale retributivo, come le differenze in termini di istruzione e esperienza sul mercato del lavoro. Nei calcoli sul divario salariale si tiene conto soltanto delle aziende con dieci o più dipendenti.
In Unione Europea le donne guadagnano in media all’ora il 15% in meno degli uomini. Gli stati membri differiscono molto l’uno dall’altro. Si va dal 23% dell’Estonia al 3% della Romania ma un minore divario retributivo di genere non corrisponde necessariamente a una maggiore uguaglianza.
In alcuni stati membri, divari retributivi più bassi, come quello italiano del 5%, tendono ad essere collegati ad una minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro. A loro volta, divari più alti tendono a essere collegati ad un’elevata percentuale di donne che svolgono un lavoro part-time o alla loro concentrazione in un numero ristretto di professioni.
Le cause del divario salariale sono complesse: ci sono molti fattori di cui tenere conto e si va oltre la questione di ottenere pari retribuzione a parità di lavoro.
Sebbene le laureate superino i laureati nell’UE, sono sotto-rappresentate sul mercato del lavoro. Quasi il 30% delle donne lavora part-time. Le donne sono inoltre più propense ad avere interruzioni di carriera e a prendere decisioni professionali basate sulla cura e le responsabilità familiari.
Si osserva che il divario retributivo si allarga con l’età mentre è piuttosto basso quando le donne entrano nel mercato del lavoro. Si riscontrano differenze anche a seconda del settore: secondo i dati del 2017 il divario è più alto nel privato nella maggior parte degli stati membri.
Altre cause del divario salariale sono la sovra-rappresentazione delle donne nei settori relativamente a basso salario come l’assistenza, le vendite o l’istruzione e la sotto-rappresentazione nei settori dove le retribuzioni sono più alte. Ad esempio, nel 2018 erano donne solo il 41% di tutti gli occupati come ingegneri e scienziati nell’UE. Le donne occupano solo il 33% delle posizioni manageriale in Europa.
Con meno denaro da risparmiare e investire, questi divari si accumulano e di conseguenza le donne sono a maggior rischio di povertà ed esclusione sociale in età avanzata. Il divario di genere nelle pensioni era circa del 30% nel 2018, oscillando da un massimo del 43% in Lussemburgo a un minimo dell’1% in Estonia.