A tracciare l’identikit aggiornato di questo settore ad alto rischio infortunistico, che contribuisce al Pil italiano per circa l’8%, è il nuovo numero del periodico Dati Inail, curato dalla Consulenza statistico attuariale, che analizza anche l’impatto della crisi economica prodotta dall’emergenza Coronavirus, che nelle Costruzioni risulta essere ulteriormente amplificato. In termini di produzione, in particolare, Confindustria prevede nel 2020 una contrazione del 7%, che l’anno prossimo dovrebbe attestarsi attorno al -4%. La ripresa post-lockdown sarà dunque solo parziale e non riuscirà a compensare le perdite subite per la sospensione tra marzo e maggio di tutte le attività considerate non essenziali.
La crisi del settore, già in sofferenza prima dello scoppio dell’epidemia, e l’adozione di migliori e più efficaci interventi di prevenzione nei cantieri hanno probabilmente inciso sulla riduzione del fenomeno infortunistico, che tra il 2015 e il 2019 risulta essere ben più importante di quella osservata nel complesso dell’Industria e Servizi, in cui i casi accertati nello stesso periodo sono diminuiti del 3,5%. Quasi il 60% degli infortuni in occasione di lavoro nelle Costruzioni è avvenuto nel Nord Italia, con il 40% concentrato in sole tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Le prime regioni del Sud che compaiono nella classifica delle più colpite sono la Puglia e la Sicilia, con rispettivamente il 4,7% e il 4,5% degli infortuni. Il 78,8% degli infortunati in occasione di lavoro del 2019 sono nati in Italia, il 5,1% in Albania e il 4% in Romania. Circa tre casi su quattro riguardano lavoratori di età compresa tra i 35 e i 64 anni.
In media oltre il 43% degli infortuni in occasione di lavoro del settore avviene per perdita di controllo totale o parziale di una macchina, di un mezzo di trasporto/attrezzatura di movimentazione, di un utensile a mano o oggetto (22,6%) e per scivolamento o inciampamento con caduta di persona (20,7%). In oltre il 90% dei casi questi infortuni hanno provocato contusioni (24,6%), lussazioni (23,8%), ferite (23,7%) e fratture (19,4%). Il 56,5% delle contusioni interessa gli arti superiori e inferiori e, in particolare, la mano, mentre le lussazioni riguardano in maggioranza quelli inferiori (53,9%), soprattutto la caviglia e il ginocchio. In caso di frattura, invece, a essere più colpiti sono mano e piede, mentre le ferite interessano prevalentemente gli arti superiori (65,7% dei casi) e la testa (19,3%).
Concentrando l’attenzione sugli infortuni in occasione di lavoro con esito mortale, oltre un quarto di quelli dell’Industria e Servizi avviene nelle Costruzioni, dato che conferma l’alta rischiosità del settore. La riduzione osservata nel quinquennio, però, è molto consistente: se il calo registrato nell’Industria e Servizi è del 20,3%, nelle Costruzioni è stato del 40% (dai 140 decessi del 2015 agli 84 del 2019).