Aumentano le disuguaglianze: i paesi ricchi hanno acquistato più della metà della fornitura mondiale di vaccini con una popolazione che costituisce solo il 16 per cento di quella mondiale e le aziende farmaceutiche rifiutano di condividere conoscenze e tecnologie. Amnesty International lancia una campagna globale per l’accesso universale ai vaccini contro il COVID-19.
Amnesty International lancia una nuova campagna per l’accesso universale ai vaccini denunciando che il comportamento di aziende farmaceutiche e paesi ricchi rende improbabile che miliardi di persone a rischio di contrarre il COVID-19 possano ricevere anche una sola dose di vaccino salvavita entro quest’anno.
La campagna chiede che le aziende farmaceutiche condividano conoscenze e tecnologie in loro possesso per aumentare il più possibile il numero di dosi di vaccino disponibili a livello mondiale. Inoltre, chiede agli stati di abbandonare il “nazionalismo vaccinale” e di lavorare insieme per assicurare l’accesso immediato ai vaccini salvavita contro il COVID-19 a tutte le persone del mondo maggiormente a rischio.
I paesi ricchi hanno acquistato più della metà della fornitura mondiale di vaccini, sebbene la loro popolazione costituisca solo il 16 per cento di quella mondiale. Gli stessi paesi hanno finora somministrato oltre il 60 per cento delle dosi, a livello globale, mentre oltre 100 paesi ancora non hanno vaccinato neanche una sola persona.
Sono stati spesi miliardi, provenienti dal denaro dei contribuenti, per aiutare aziende come AstraZeneca, Moderna e Pfizer BioNTech nello sviluppo e la produzione dei vaccini ma queste aziende, e altre, rifiutano di condividere le loro ricerche, conoscenze e tecnologie. Ciò significa che altre aziende farmaceutiche non possono attingere a questi progressi scientifici per incrementare la propria produzione vaccinale, che a sua volta aumenterebbe la fornitura rendendola accessibile a paesi con risorse finanziarie inferiori.
A maggio 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha creato il pool di accesso alla tecnologia sul COVID-19 (C-Tap) affinché le aziende potessero mettere insieme dati e conoscenze e poi autorizzare il trasferimento di produzione e tecnologia ad altri potenziali produttori con lo scopo di garantire l’accesso ai vaccini in qualsiasi parte del mondo e più velocemente. Tuttavia, finora, neanche un’azienda farmaceutica si è unita al C-Tap.
Fonte: Amnesty International