Negli ultimi anni sono aumentati i casi registrati di allergie ai pollini nei centri urbani, questa evidenza non può essere spiegata solo da fattori genetici ma vanno indagate le sinergie tra esposizione ai pollini e agli inquinanti atmosferici.
Pollini e allergie sono un tema ricorrente in ogni primavera. Ogni anno lo scorrere delle stagioni cadenza periodici allarmi ambientali, come gli alti livelli di PM10 in inverno o dell’ozono in estate e così anche per le particelle biologiche allergeniche in primavera.
Negli ultimi anni sono in aumento i casi registrati di allergie ai pollini nei centri urbani d’Italia e d’Europa: questa evidenza non può essere spiegata solo da fattori genetici ma va indagata la tendenza delle concentrazioni in aria dei pollini allergenici che, legata alla gestione del verde e alla rapida urbanizzazione, rende più urgente approfondire le sinergie tra esposizione ai pollini e agli inquinanti atmosferici.
ISPRA e le agenzie ambientali operano da anni sul monitoraggio e la valutazione dei pollini allergenici in Italia attraverso la Rete Italiana di Monitoraggio Aerobiologico POLLnet-SNPA.
Da molti anni POLLnet rende disponibili, attraverso il proprio sito, documenti di approfondimento e i bollettini settimanali dei livelli di concentrazione dei pollini allergenici con la tendenza per la settimana successiva.
Con l’intento di offrire sempre un migliore servizio di informazione al cittadino, da quest’anno, in coincidenza con l’inizio della primavera, per la prima volta la rete POLLnet presenta il quadro sintetico dello stato dei principali pollini allergeni in Italia registrato nel 2020.
Sono stati scelti due indicatori a rappresentare lo stato dei principali pollini allergeni in Italia nel 2020:
– l’IPA (Indice Pollinico Allergenico), ossia la somma annuale delle concentrazioni giornaliere dei pollini aerodispersi delle seguenti sette famiglie botaniche che rappresentano i più importanti pollini allergenici monitorati sul territorio italiano: Betulaceae (Betula, Alnus), Corylaceae (Corylus, Carpinus, Ostrya), Oleaceae (soprattutto Olea, Fraxinus spp.), Cupressaceae-Taxaceae, Graminaceae (o Poaceae), Compositae (o Asteraceae, soprattutto Artemisia e Ambrosia), Urticaceae (Parietaria, Urtica). L’IPA è un parametro che dipende dalla quantità di pollini allergenici aerodispersi nella zona di monitoraggio. Più grande è l’IPA più grandi sono le quantità medie di pollini aerodispersi nel corso dell’anno, quindi maggiore deve essere l’attenzione da prestare alla loro presenza per i soggetti atopici. Si tratta comunque di un indicatore sintetico che dà una dimensione complessiva del fenomeno senza evidenziare il contributo che a esso danno i pollini di ciascuna famiglia botanica (variabile secondo l’andamento stagionale e la località considerata);
– i giorni rossi, un nuovo indicatore sintetico proposto dalla rete POLLnet che consiste nel conteggio del numero di giorni, nell’arco dell’anno solare, in cui almeno un taxon (tra tutti quelli misurati) presenta un alto livello di concentrazione di granuli pollinici in aria secondo i valori di riferimento POLLnet-SNPA.
Per facilitare la consultazione di tabelle e calendari pollinici, sono state definite quattro classi di concentrazione (assente – molto bassa, bassa, media e alta) associate rispettivamente a quattro colori (bianco, giallo, arancione e rosso).
Fonte: SNPA