Il Rapporto COOP 2021 analizza i consumi e gli stili di vita della nuova realtà post-COVID e rileva come restino gli effetti negativi della pandemia, come ansia, insonnia, depressione, disturbi alimentari e difficili condizioni economiche ma si scoprano nuove priorità tra cui la corretta alimentazione e la tutela ambientale.
Restano le ferite fisiche, mentali ed economiche della pandemia ma comincia a rinascere anche un sentimento di ottimismo e di fiducia nel prossimo. Il “Rapporto COOP 2021. Economia, consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, redatto dall’Ufficio Studi di ANCC-COOP (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori), racconta la situazione della nuova realtà post-COVID.
“Io penso positivo” è il nuovo mood post pandemia per quasi sette italiani su dieci, tuttavia tale sentimento dipende più da una nuova consapevolezza delle “cose importanti della vita” (45% degli intervistati) che da un concreto cambiamento delle proprie condizioni di vita.
Ansia, insonnia, depressione e disturbi alimentari sono alcuni degli effetti della pandemia sulla salute mentale, si stima in 10 miliardi il costo totale per il trattamento delle sindromi depressive. Restano inoltre le ferite economiche, secondo i dati emersi dalle risposte degli intervistati 27 milioni di italiani, ancora nel 2021, hanno fronteggiato rinunce e disagi quotidiani; 18 milioni sono coloro che ne prevedono il perdurare nel tempo e 5 milioni coloro che temono il protrarsi di sacrifici anche in ambito alimentare.
Le aspettative per il futuro sono condizionate dalle difficili condizioni economiche attuali. Il 28% degli italiani infatti prevede di avere, nel 2022, un livello di spesa ancora inferiore rispetto al 2019. Cassaintegrati, giovani e donne sono i meno ottimisti perchè a rimanere al palo è proprio l’occupazione che mostra una crescita troppo lenta (nel primo semestre 2021 fa segnare un +1,8%). Secondo il campione il rischio è che a crescere saranno soprattutto la sottoccupazione (59%), il lavoro in nero (50%) e i gap generazionali (51%).
I cittadini però, nella speranza di uscire presto dalle restrizioni, cominciano a dare nuova forma al loro futuro accelerando i cambiamenti e scegliendo nuove priorità.
Dopo l’home working praticato durante la pandemia, il 69% degli smart worker (9 milioni di persone) vuole sperimentare i nuovi equilibri tra lavoro e vita privata permessi dall’hybrid work ed è ibrida anche la mobilità (157mila e-bike vendute nel primo semestre dell’anno e continuano a crescere le immatricolazioni per auto ibride e elettriche).
La digitalizzazione è diventata un’abitudine e mette a proprio agio il 65% degli italiani, a cominciare dall’e-commerce che, pur rallentando, continua la sua crescita (+18% nel 2021 rispetto al +45% di un anno fa).
Anche dopo la pandemia la casa rappresenta la nuova comfort area della vita quotidiana, sono 1,2 milioni gli italiani che vogliono comprare casa e molti di più quelli che, approfittando dei nuovi incentivi, la vogliono ristrutturare (8 milioni) nel prossimo anno e sono sei su dieci le famiglie che pensano di cambiare arredamento nei prossimi 3/5 anni.
Contemporaneamente, si riduce anche la forza attrattiva delle grandi metropoli e le città di piccole dimensioni e i borghi diventano i luoghi ideali di residenza per un italiano su tre, in particolare il 67% dei giovani intende rimanere a vivere nei comuni delle aree interne dove attualmente risiede.
Secondo l’indagine cambiano anche le abitudini alimentari, un italiano su due ha modificato le proprie consuetudini e se il 23% dichiara di aver preso peso (in media +5,8 kg) c’è anche chi ha cominciato a prediligere una dieta più equilibrata e salutare (15% quelli che hanno perso peso in media –7,1 kg). Inoltre un consumatore su sei ha dichiarato di voler modificare il proprio regime alimentare per ridurre l’impatto ambientale.
La tutela ambientale infatti diventa una priorità per molti consumatori. L’88% associa al cibo il concetto di sostenibilità, il 33% ricercando metodo di produzione rispettosi dell’ambiente, il 33% facendo attenzione agli imballaggi utilizzati, il 21% prediligendo alimenti a filiera corta e il 9% facendo attenzione alla responsabilità etica. Il 13% dei consumatori sta poi riducendo il consumo di carne e gli alimenti veg raddoppiano le vendite perchè consumati anche da chi cerca solo una alternativa proteica alla carne.
Fonte: Help Consumatori