Tecnologie innovative e circolari nel ciclo di vita delle pavimentazioni stradali

Valutando l’intero ciclo di vita, l’esecuzione dei lavori di manutenzione di una pavimentazione con tecnologie innovative e circolari in grado di riciclare completamente i conglomerati bituminosi a temperature ridotte, permette di risparmiare fino al 40% di emissioni di CO2.

Le pavimentazioni stradali, parte integrale dell’infrastruttura viaria, hanno lo scopo di fornire ai veicoli una superficie regolare, durevole e sicura in tutte le condizioni meteorologiche e di traffico. In più occasioni ARPAT si è occupata delle ricadute inquinanti di impianti di produzione del bitume, soluzioni innovative potrebbero essere un’utile indicazione per miglioramenti da introdurre in questi impianti. Sono infatti in via di definizione linee guida e d’indirizzo del settore per valutare l’opportunità di modificare la normativa vigente al fine di ottenere un settore più sostenibile nel corso dei prossimi dieci anni.

Rispetto ai lavori eseguiti con metodi tradizionali a caldo e basse percentuali di riciclo di conglomerato bituminoso, risulta più vantaggiosa la realizzazione di una pavimentazione stradale effettuata con tecnologie e metodologie innovative per il completo riciclo di conglomerato bituminoso. Il processo innovativo e più orientato alla sostenibilità permette un completo riciclo di conglomerato in modo differenziato nei tre strati (a freddo per lo strato di base ed a temperature ridotte per lo strato di agglomerante-binder e di usura) raggiungendo fino al 60% di risparmio di energia cumulata nel ciclo di vita e fino al 40% di riduzione delle emissioni di gas serra. Risparmi che soprattutto sulle emissioni possono ulteriormente migliorare se gli impianti nel processo di transizione anziché utilizzare i combustibili fossili potessero essere alimentati da energie derivanti da fonti rinnovabili.

Sulla base di confronti è stato verificato che investire nella circolarità delle risorse, non è solo un vantaggio ambientale me è anche un vantaggio economico consentendo di ottimizzare i costi delle pavimentazioni stradali a carico della P.A. Riflettere su questo aspetto ed andare in questa direzione è tanto più importante quanto più si va ad affrontare un periodo che si prevede avere continue mutazioni/oscillazioni soprattutto dal lato dell’offerta per quel che riguarda materie prime ed energia. Tale tendenza porterà nei prossimi anni secondo la Banca centrale europea (BCE) ad avere un’altissima volatilità dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Per questo, riuscire ad impostare una filiera che possa essere, quasi autosufficiente o almeno emanciparsi da queste fluttuazioni dei prezzi e nell’approvvigionamento dei materiali da riciclo in prevalenza provenienti dal fresato, può essere un vantaggio importante.

È un settore, quello delle pavimentazioni stradali, ad alto impatto per l’aspetto energetico e per la spesa pubblica oltre che esserlo anche per l’entità delle emissioni. È un settore industriale ad alta richiesta di energia per i suoi processi, paragonabile nella manifattura italiana, al comparto produttivo della ceramica o del vetro.
In questo settore industriale sono tre gli aspetti da prendere in considerazione nell’ambito della transizione e della sostenibilità: ambiente, economia, e società, quest’ultimo legato alla sicurezza inserendo le pavimentazioni stradali nel loro specifico contesto di funzionalità.

Il prezzo del conglomerato bituminoso riciclato ha un costo che dipende dal suo confezionamento in impianto. Riuscire a mettere a sistema tecnologie innovative che possono ridurre la temperatura di produzione e stesa dei conglomerati – e qui la ricerca sulla chimica dei bitumi è molto avanzata e può venire in soccorso – può essere un punto dirimente verso la sostenibilità e la transizione di questo settore. Occorre inoltre tenere presente che si sta andando sempre di più verso investimenti sulle “rinnovabili” e quindi anche gli impianti che producono conglomerati, quando non è possibile intervenire con progettazioni e lavorazioni di cantiere eseguite a temperature ridotte o a freddo, dovrebbero adeguarsi per cambiare le loro fonti energetiche di utilizzo, passando dai combustibili fossili, alle energie rinnovabili, magari utilizzando il “gas” come passaggio intermedio alla transizione. Un fenomeno che sta caratterizzando già anche altri settori industriali che hanno di fatto avviato il passaggio all’idrogeno o idrogeno verde.

Per i conglomerati modificati da polimeri provenienti dal riciclo, si utilizzano tecnologie capaci di rinforzare la pavimentazione. In questo processo, i conglomerati e bitume modificati utilizzano polimeri di riciclo come i pneumatici fuori uso (PFU) e plastiche. Si tratta di soluzioni che vanno ad incrementare e migliorare le performance delle pavimentazioni, allungando il ciclo di vita e di conseguenza migliorando le prestazioni di sostenibilità. Allo stesso modo si può dire della programmazione delle manutenzioni della pavimentazione per la prevenzione dei dissesti.

Una strada quando la si realizza, andrebbe pensata nel suo ciclo di vita e di conseguenza valutarne anche la necessità di manutenzione nel tempo in un ambito di strategia di gestione. Sarebbe auspicabile implementare i sistemi di controllo e monitoraggio in continuo per intervenire preventivamente, evitando che la pavimentazione si rovini anche nei suoi strati più profondi a tal punto da richiedere poi interventi costosi ed impegnativi non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale.

Fonte: ARPAT

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