Il rapporto “How circular is PET?”, realizzato per Zero Waste Europe, presenta un’analisi del reale stato di circolarità del polietilene tereftalato (PET) nelle bottiglie in Europa. Il rapporto analizza la quantità delle bottiglie raccolte per essere avviate al riciclo, la percentuale di materiale effettivamente riciclato e quanto di esso venga immesso nella produzione di nuove bottiglie, giungendo alla conclusione che il PET, la plastica più circolare di tutte, si rivela ancora ben lontana dalla vera circolarità.
Una nuova ricerca prodotta per Zero Waste Europe dalla società di consulenza per la sostenibilità Eunomia Research & Consulting mostra che la maggior parte della plastica in polietilene tereftalato (PET) recuperata dalle bottiglie in Europa non ritorna nelle nuove bottiglie in PET . Saranno necessari miglioramenti significativi nella progettazione, raccolta e riciclaggio del PET per migliorarne la circolarità.
Il report “How circular is PET?” presenta un quadro del vero stato di circolarità di questo materiale, a partire dalla quantità delle bottiglie raccolte per il riciclo, al materiale effettivamente riciclato e quanto materiale riciclato viene immesso in nuove bottiglie.
La ricerca rileva che:
– La maggior parte del PET riciclato recuperato dalle bottiglie in Europa viene utilizzato in altri prodotti in PET di qualità inferiore come vassoi, pellicole, fascette o fibre, mentre le nuove bottiglie immesse sul mercato contengono in media solo il 17% di PET riciclato, nonostante un tasso di riciclo di circa il 50%.
– Il contenuto di materiale riciclato per tutti i prodotti in PET, inclusi vassoi in plastica monouso, fibre tessili, pellicole e fascette, proviene principalmente dalle bottiglie, a causa dei livelli molto bassi di riciclo di prodotti in PET diversi dalle bottiglie. Degli 1,8 milioni di tonnellate di fiocchi riciclati emessi dalle bottiglie, solo il 31% viene trasformato in pellet per bottiglie, mentre il resto (69%) viene destinato ad altri prodotti in PET.
– Il quadro del riciclo delle bottiglie in PET varia in tutto il continente, con alcuni Paesi che ottengono tassi di riciclaggio elevati principalmente grazie alla presenza di sistemi di restituzione dei depositi (DRS), mentre altri Paesi hanno tassi di riciclaggio inferiori se utilizzano solo sistemi di raccolta differenziata.
I principali cambiamenti politici dell’UE e gli impegni dei grandi marchi mostrano l’ambizione di aumentare la circolarità del PET. Tuttavia, il rapporto mostra che livelli più elevati di contenuto riciclato possono essere raggiunti solo con l’implementazione di raccolte migliorate come i sistemi di restituzione dei depositi (DRS); con il passaggio da bottiglie colorate e opache a bottiglie trasparenti; e dando la priorità al riciclaggio da bottiglia a bottiglia per evitare l’utilizzo del materiale riciclato in altri prodotti PET diversi dalle bottiglie. Oltre al riciclaggio meccanico, esiste la possibilità che le tecnologie di depolimerizzazione chimica contribuiscano alla circolarità complessiva del PET, a condizione che raggiungano la piena maturità e ne venga valutato l’impatto.
Con tali modifiche, potrebbe essere possibile raggiungere un limite massimo compreso tra il 61% e il 75% di contenuto riciclato nelle bottiglie entro il 2030; ma, nelle attuali condizioni di mercato, ciò potrebbe raggiungere un obiettivo minimo del 30%.
Dorota Napierska, responsabile delle politiche per il consumo e la produzione privi di sostanze tossiche presso Zero Waste Europe, afferma: “Questo studio mostra che il PET non è molto circolare oggi e rimarrà tale in futuro a meno che non vengano introdotti sostanziali cambiamenti politici; e vengono rimosse le barriere tecniche ed economiche. Potremmo ipotizzare che, se il tipo di plastica più riciclabile e riciclato lotta per affrontare le sfide di diventare più circolare, gli altri tipi di plastica potrebbero dover affrontare sfide ancora maggiori. Di conseguenza, il modo più efficace per aumentare la circolarità di questo materiale non è solo attraverso il riciclo, ma attraverso il suo utilizzo su applicazioni durevoli invece di quelle usa e getta”.
Fonte: Zero Waste Europe