La relazione “Tendenze e proiezioni in Europa 2022” pubblicata dall’Agenzia europea dell’ambiente esplora le tendenze storiche, i progressi più recenti e i percorsi futuri previsti per mitigare il cambiamento climatico attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, l’utilizzo di energia rinnovabile e una migliore efficienza energetica. Si basa sui dati comunicati dai 27 Stati membri dell’UE (UE-27), Islanda e Norvegia.
Secondo l’ultima relazione pubblicata dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA), nel 2021 le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia sono aumentati principalmente a causa della ripresa dagli effetti della pandemia in Europa. La maggior parte degli Stati membri dell’UE ha centrato gli obiettivi dell’UE in materia di clima ed energia per il 2020 e punta ora alla neutralità climatica, affrontando nel contempo l’attuale crisi dell’approvvigionamento energetico. Per conseguire i più ambiziosi obiettivi climatici ed energetici previsti per il 2030 sarà necessario più che raddoppiare i progressi annuali in termini di diffusione delle energie rinnovabili nonché di riduzione del consumo energetico e delle emissioni di gas a effetto serra.
In base ai dati della relazione dell’EEA “Trends and Projections in Europe 2022” (Tendenze e proiezioni in Europa 2022), a un lungo periodo di diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra nel continente europeo ha fatto seguito un aumento delle stesse, in particolare nei settori dei trasporti, dell’industria e dell’approvvigionamento energetico, conseguente alla ripresa dell’economia dagli effetti delle misure di confinamento dovute alla COVID-19. Con il profilarsi di una crisi energetica e, in particolare, un prezzo elevato del gas, il settore dell’approvvigionamento energetico ha registrato un parziale passaggio a combustibili a maggiore intensità di carbonio, mentre nel 2021 la decisa crescita del ricorso alle energie rinnovabili osservata negli ultimi anni ha perso terreno. Per contrastare tale fenomeno, è fondamentale che le decisioni di oggi in materia di infrastrutture energetiche tengano conto dell’obiettivo di domani relativo alla neutralità climatica, al fine di evitare l’instaurarsi di meccanismi di dipendenza dal carbonio.
In base ai dati preliminari comunicati dagli Stati membri dell’UE, nel 2021 le emissioni di gas a effetto serra sono aumentate del 5% rispetto al 2020, comprese quelle dovute al trasporto aereo internazionale, pur rimanendo ben al di sotto del livello pre-COVID del 2019.
Secondo le stime, rispetto al 2020 il consumo di energia primaria e quello di energia finale sono aumentati rispettivamente del 6% e del 5% nel 2021. Il consumo di energia primaria si basa sulla domanda di energia, mentre quello di energia finale corrisponde all’utilizzo effettivo che ne fanno gli utenti finali. Tale aumento del consumo di energia può essere in gran parte attribuito alla ripresa economica. Nel 2021 l’effetto dell’aumento dei prezzi dell’energia sui dati relativi ai consumi annuali non era ancora visibile, ma dovrebbe esserlo nel 2022.
In base ai dati preliminari, nel 2021 la quota totale di fonti energetiche rinnovabili dell’Europa è rimasta al 22% dell’energia consumata, segnando l’arresto di una crescita che negli ultimi anni si era dimostrata notevole. Tale stallo può essere ascritto a una minore produzione di energia eolica e idroelettrica nel 2021, oltre che ad un aumento dei consumi energetici.
Nei prossimi anni, per conseguire la neutralità climatica a lungo termine occorrerà continuare a ridurre le emissioni in modo sostanziale, anno dopo anno. La normativa europea ha introdotto un obiettivo di maggiore riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra dell’UE pari ad almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Attualmente il Parlamento europeo e gli Stati membri stanno negoziando il pacchetto globale “Pronti per il 55%”, tenendo conto nel contempo anche del piano RePowerEU proposto per il 2022.
Per raggiungere l’obiettivo del 55% in meno di emissioni nette di gas a effetto serra entro il 2030 sarebbe necessaria una diminuzione media di 134 milioni di tonnellate di biossido di carbonio (MtCO2 eq) l’anno rispetto ai livelli stimati per il 2021. Si tratta di oltre il doppio della riduzione media annua raggiunta tra il 1990 e il 2020. È chiaro quindi che tutti i settori devono intensificare notevolmente gli sforzi per contenere le emissioni di gas a effetto serra. Inoltre, occorre aumentare la rimozione di CO2 ottimizzando la destinazione dei suoli, modificandone l’uso e facendo leva sulla silvicoltura, misure intese a invertire l’attuale tendenza al ridimensionamento dei pozzi di assorbimento del carbonio nell’UE.
Allo stesso tempo, il consumo di energia dovrebbe diminuire notevolmente nel corso dei prossimi anni: per centrare il nuovo obiettivo proposto per il 2030 nell’ambito del piano REPowerEU sarà necessario più del doppio dei risparmi energetici annuali nel periodo 2022-2030. Lo stesso vale per le energie rinnovabili, la cui quota nel consumo di energia finale lordo in Europa aumenta in media ogni anno di 0,8 punti percentuali l’anno dal 2005. Tale cifra dovrebbe salire a 2,5 punti percentuali l’anno fino al 2030 al fine di conseguire l’obiettivo più elevato del 45% di energie rinnovabili proposto nel piano REPowerEU.
A livello degli Stati membri, sebbene siano già stati compiuti progressi sostanziali, le politiche e le misure attuali non sono sufficienti per centrare i nuovi ambiziosi obiettivi in materia di clima ed energia. Entro la metà del 2023 gli Stati membri presenteranno progetti di aggiornamento dei rispettivi piani nazionali per l’energia e il clima: un’opportunità di intensificare le misure e di mettere a punto piani per il periodo fino al 2030 che rispecchino le nuove ambizioni dell’UE e l’obiettivo della neutralità climatica.
Fonte: EEA