La sigla CMR è utilizzata per designare sostanze e preparati cancerogeni (C), mutageni (M) e tossici per la riproduzione (R). La SUVA fornisce alcune informazioni importanti su tali sostanze e su come utilizzarle.
Le sostanze CMR possono causare danni alla salute gravi e irreversibili. Possono essere cancerogene, modificare il materiale genetico (mutageno) e renderlo sterile o danneggiare il feto nell’utero (tossico per la riproduzione).
Tuttavia, le sostanze CMR sono utilizzate molto frequentemente, non solo nell’industria chimica, ma anche in quella manifatturiera per la pulizia o la raffinazione, nonché nei servizi funerari. Spesso i lavoratori non sono consapevoli che stanno utilizzando sostanze chimiche così pericolose.
Per sapere se si stanno utilizzando sostanze CMR nella propria azienda, la SUVA invita a verificate la presenza del pittogramma GHS08 sui recipienti e nella sezione 2 delle schede di dati di sicurezza. Se si lavora con tali sostanze, si raccomanda la seguente procedura:
- sostituire, quando possibile, le sostanze CMR con sostanze innocue;
- adottare misure per la manipolazione sicura delle sostanze CMR;
- istruite il personale sulla corretta manipolazione delle sostanze pericolose.
Quando si manipolano sostanze CMR, è importante adottare le giuste misure nel giusto ordine. Questi i tre passaggi suggeriti dalla SUVA per ridurre al minimo l’esposizione alle sostanze CMR.
1. Riconoscere le sostanze CMR
In Svizzera si possono commercializzare solo sostanze e preparati etichettati in modo univoco secondo la LPChim.
Le sostanze e i preparati CMR sono etichettati secondo un sistema uniforme, il sistema globale armonizzato (GHS). Recano il pittogramma GHS08 sull’etichetta del recipiente, che mostra la parte superiore di un corpo dissolvendosi all’interno di un quadrato di avvertimento rosso.
I dettagli sulle singole proprietà delle sostanze sono riportati nella sezione 2 della relativa scheda di dati di sicurezza (SDS). Le denominazioni H340, H341, H350, H351 H360, H361 e le relative sottocategorie caratterizzano le sostanze CMR.
Se si desidera verificare l’esistenza di sostanze CMR nei prodotti della proprio azienda, è necessaario prestare attenzione al pittogramma GHS08. La SUVA invita a sostituire tali sostanze, entro i limiti del possibile, oppure suggerisce le misure di protezione adeguate da adottare per la loro manipolazione.
2. Sostituire le sostanze CMR ove possibile
Secondo la Legge sull’assicurazione contro gli infortuni LAINF, gli utilizzatori sono tenuti ad adottare misure di protezione per la manipolazione di sostanze pericolose, come le sostanze CMR, necessarie a causa delle proprietà di tali sostanze. La miglior soluzione è sostituire le sostanze CMR con alternative meno pericolose. A tale scopo è necessario svolgere una verifica della possibilità di sostituzione ed esaminere le varie alternative che evitano o riducono al minimo il rischio per la salute e la sicurezza del personale.
Il confronto tra le alternative è diversificato e di ampia portata. Ad esempio, il rischio complessivo può essere ridotto tramite una sostanza sostitutiva confrontando due prodotti e le loro proprietà nelle sezioni 2 e 3 della scheda di dati di sicurezza (SDS) per trovare sostituti equivalenti ma meno pericolosi alle sostanze CMR.
3. Adottare misure di protezione adeguate
Le sostanze CMR costituiscono un pericolo per la salute. La migliore protezione contro queste sostanze è la loro sostituzione con altre meno pericolose. Se non è possibile, i datori di lavoro devono definire e implementare misure di protezione proporzionate.
Queste misure di protezione devono essere attuate in base a diversi criteri come per esempio il potenziale di pericolo e l’impiego, la durata dell’esposizione, il numero di persone interessate, le aree a rischio, i processi di produzione ecc. Le misure sono suddivise in: misure tecniche come i dispositivi di aspirazione, misure organizzative come la delimitazione delle aree a rischio; misure personali come i dispositivi di protezione individuale DPI.
La SUVA invita a informare e istruire regolarmente il personale sulle misure di protezione della salute adottate e controllare periodicamente la necessità di apportare miglioramenti. I dispositivi di protezione individuale (DPI) devono essere messi a disposizione gratuitamente.
Fonte: SUVA