“La patente tramite crediti nei cantieri temporanei o mobili: uno strumento di qualificazione delle imprese o di verifica di regolarità?” di Paolo Pascucci e Maria Giovannone

Pubblicato, del numero 2/202 della rivista “Diritto della Sicurezza sul Lavoro” dell’Osservatorio Olympus, l’interessante saggio di Paolo Pascucci e Maria Giovannone dal titolo “La patente tramite crediti nei cantieri temporanei o mobili: uno strumento di qualificazione delle imprese o di verifica di regolarità?”.

 

Il saggio analizza in chiave critica il dispositivo del sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi (art. 27 d.lgs. n. 81/2008) a partire dalle numerose rivisitazioni che lo stesso ha subito nel corso del tempo, pur in assenza di una sua completa e definitiva messa a regime (se non per gli ambienti confinati di cui al d.P.R. n. 177/2011) a distanza di ormai 16 anni dalla entrata in vigore del cosiddetto Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro. Gli autori si soffermano, anzitutto, sulle recenti novità introdotte dal d.l. n. 19/2024 (art. 29), convertito in legge con modificazioni dalla legge n. 56/2024 (c.d. decreto PNRR 2024), con l’obiettivo di contrastare il riacutizzarsi del fenomeno infortunistico in alcuni settori e di contribuire, più in generale, al contrasto del lavoro irregolare nel contesto delle attività affidate in appalto o in subappalto. Segue poi una serrata analisi del decreto del Ministero del Lavoro del 18 settembre 2024 n. 132, recante il Regolamento relativo all’individuazione delle modalità di presentazione della domanda per il conseguimento della patente per le imprese e i lavoratori autonomi operanti nei cantieri temporanei o mobili. Gli autori evidenziano come la riformulazione dell’art. 27 restringa decisamente il campo di applicazione oggettivo della pregressa disposizione, restituendo un dispositivo prevenzionistico per nulla coincidente con quanto voluto originariamente dal legislatore, dal sistema istituzionale e dalle stesse parti sociali nonostante la dialettica avutasi in senso alla Commissione consultiva permanente nel corso degli anni. Infatti, come si ha modo di argomentare nel saggio, più che una “norma di premialità” per le imprese virtuose, esso sembra mettere capo ad un dispositivo sanzionatorio basato su un mero “controllo di regolarità formale”, per di più di difficile praticabilità. Le criticità di carattere generale segnalate nella prima parte del saggio, del resto, paiono acuite dal regolamento attuativo che, sia per la tecnica normativa adottata che per il dettaglio delle singole disposizioni, rende vieppiù complessa, contraddittoria e poco sistematica l’efficacia prevenzionistica del sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi.

Fonte: Olympus

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