– genitori
– ragazzi.
Sono promosse dal Governo italiano, a cura della Dott.ssa Valeria Zanna, Dipartimento di neuroscienze, U.O. Neuropsichiatria infantile
Le Guide offrono ai genitori anche suggerimenti su come riconoscere i segnali di allarme e come affrontare la questione con i figli.
Ad esempio, suggerisce la guida, si può discutere con loro sulle etichette delle bevande che li attirano, spiegare cos’è la gradazione alcolica, in modo da responsabilizzarli e farli sentire complici.
Presentazione
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Bere sotto i 16 anni può produrre nei ragazzi effetti sul sistema nervoso centrale e più in generale sull’intero organismo.
Non esiste una quantità “sicura” per il consumo di alcol, si può parlare solo di quantità a basso rischio e che i rischi esistono per qualunque livello di consumo.
Durante l’adolescenza l’uso di alcol è visto come un rituale che crea legami, che permette di avere interazioni più distese e di sentirsi adulti.
L’abuso di alcol può essere la spia di condizioni psicopatologiche sottostanti e proibire semplicemente a un adolescente di assumere bevande alcoliche può avere un effetto contrario a quello voluto perché a questa età tutto è soggetto a critica e visto come un’esagerazione.
Sono questi alcuni dei consigli e informazioni contenuti nella doppia guida, per genitori e ragazzi (file in formato .pdf), sull’abuso di alcol realizzata dai medici dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
Bere cinque o più bevande alcoliche in un’unica occasione, lontano dai pasti, in genere nel fine settimana, con lo scopo di sentirsi più disinvolti e più sicuri di sé, o binge drinking, è infatti un nuovo stile di consumo che sta diventando sempre più popolare tra i giovani ed è in crescita secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La guida offre ai genitori anche suggerimenti su come riconoscere i segnali di allarme e come affrontare la questione con i figli. Ad esempio, suggerisce la guida, si può discutere con loro sulle etichette delle bevande che li attirano, spiegare cos’è la gradazione alcolica, in modo da responsabilizzarli e farli sentire complici.
(RMP)