Accusa di Omicidio colposo per 7 ex dirigenti Franco Tosi per la morte di 33 operai

La Procura di Milano li accusa per la morte di 33 operai fra gli anni Settanta e Novanta

Otto ex manager della Franco Tosi, storica fabbrica dell’hinterland milanese che produceva turbine, sono stati rinviati a giudizio con le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose in relazione a oltre 30 casi di operai morti per mesotelioma o che si sono ammalati dopo aver lavorato fra gli anni Settanta e i primi anni Novanta nello stabilimento in cui, secondo l’accusa, avrebbero respirato fibre di amianto senza adeguate misura di sicurezza.

Lo ha deciso il gup milanese Luigi Gargiulo, che ha accolto la richiesta del pm Maurizio Ascione.

Fra gli imputati che sono stati mandati a processo c’è Giampiero Pesenti, attuale presidente del Gruppo Italcementi, imputato per il ruolo avuto alla Franco Tosi: è stato componente del comitato esecutivo dell’azienda dal marzo ’73 all’aprile ’80.
Spetterà ai giudici della quinta sezione penale di Milano, a partire dal prossimo 20 marzo (data della prima udienza), valutare le imputazioni nel dibattimento.

In particolare gli otto ex manager dell’azienda (fino al 2000 di proprietà dell’Ansaldo Energia) sono imputati, a vario titolo, per 35 casi:
– 33 di operai morti per mesotelioma
e
– due di lavoratori che si sono ammalati.

Gli ex dirigenti della Franco Tosi spa, come scrive il pm, avrebbero violato le norme per la “prevenzione di infortuni sul lavoro e malattie professionali“.

“La Franco Tosi – hanno sostenuto i difensori di Pesenti – non produceva amianto.
Il materiale era presente nei dispositivi di protezionepersonale per i lavoratori impegnati nei processi di fusione metallurgica.
L’ingegner Giampiero Pesenti non ha mai ricoperto in Franco Tosi alcuna carica operativa.
L’azienda e alcuni manager erano già stati interessati da una indagine della Procura di Milano che si concluse nel 2007 con il proscioglimento da parte del gup.
Nella certezza di poter dimostrare la totale estraneità ai fatti contestati – hanno concluso – abbiamo fiducia nell’opera della giustizia”.

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