di Giulio Andrea Tozzi
Premessa
La fase di progressiva riduzione dei contagi e dei decessi, quindi dell’allentamento delle misure di confinamento adottate, ha permesso di passare, con l’avvicinarsi dell’estate 2020, alla graduale ripresa delle attività lavorative e sociali nel nostro e in altri Paesi Europei.
Tuttavia, come le attuali recrudescenze autunnali dell’epidemia sembrerebbero indicare, per molto tempo ancora sarà necessario un impegno a tutela dei lavoratori e della cittadinanza, nella consapevolezza che la diffusione e trasmissione del virus e inadeguate politiche sociali e sanitarie, che nel mondo hanno causato, ad oggi, oltre 37 milioni di contagiati (oltre 4 milioni in Europa e UK) e oltre 1 milione di vittime (quasi 200.000 in Europa e UK), qualora non risolte, potrebbero far sì che nei prossimi mesi numerosi focolai di contagio portino addirittura al ripetersi dei drammatici effetti già visti nei primi mesi di quest’anno.
Con queste note si propongono alcune osservazioni, elaborate e aggiornate nel corso di questi mesi, prendendo spunto dalla Circolare n.1131-20 del 28/04/2020 della Procura della Repubblica (Tribunale di Genova), che forniva agli organi di vigilanza alcune prime indicazioni per attuare l’ampia normativa emanata dal legislatore (Leggi, DL, DPCM, Ordinanze, Accordi), nell’urgenza della drammatica comparsa e dell’evolversi della pandemia da SARS-CoV-2.
Si voleva evitare, infatti, che le nuove normative determinassero confuse interpretazioni, per difficoltà di comprensione, ma anche a imprecisioni e sovrapposizioni rispetto al quadro normativo preesistente, nella fase in cui si sarebbe dovuto verificare che i luoghi di lavoro in attività fossero stati adeguatamente riorganizzati per garantire con continuità condizioni di salute e sicurezza ai lavoratori, secondo le indicazioni scientifiche e tecniche che venivano elaborate anche in altri Paesi Europei.
L’articolo completo di Giulio Andrea Tozzi è disponibile al link sottostante