Alimentazione sostenibile, Altroconsumo confronta differenti stili alimentari e relativi impatti ambientali

La dieta vegetariana e quella vegana impattano meno sull’ambiente rispetto alla dieta mediterranea e risultano anche meno costose data l’esclusione di carne e pesce. Altroconsumo ha messo a confronto le tre diete per capire qual è lo stile alimentare più sostenibile per il pianeta considerando i tre parametri più significativi: consumo di acqua, occupazione del suolo ed emissioni di CO2 equivalente.

 

La filiera alimentare è responsabile del 30% delle emissioni di gas serra e queste sono causate al 60% circa dai prodotti animali (Rapporto Onu 2023). Partendo da questo dato Altroconsumo ha messo a confronto la dieta mediterranea, quella vegetariana e quella vegana per valutare rispettivamente il loro impatto ambientale e capire qual è lo stile alimentare più sostenibile per il pianeta.

Per confrontare tre stili alimentari diversi come la dieta mediterranea, quella vegetariana e quella vegana, Altroconsumo ha chiesto a un nutrizionista di costruire tre diete equilibrate dal punto di vista nutrizionale per un individuo medio con un apporto calorico giornaliero di 2.000 kcal. Sulla base degli alimenti e delle quantità fornite per ciascuna dieta è stato calcolato l’impatto ambientale delle tre diete per poi metterle a confronto.

La composizione delle diete considerato su base settimanale.

  • Dieta mediterranea – Frutta, verdura, cereali (raffinati e integrali), olio extravergine di oliva, frutta secca, carne (una volta carne rossa, due volte carne bianca) e pesce (3 volte alla settimana), non mancano le uova e il formaggio (una volta a settimana la ricotta). Il latte parzialmente scremato è proposto quasi tutti i giorni, in aggiunta o in alternativa c’è lo yogurt.
  • Dieta vegetariana – Rispetto alla mediterranea, la dieta vegetariana ha quantità uguali o simili di frutta e verdura, cereali, latticini e condimento. Non contempla carne e pesce, ma ci sono le uova, il formaggio e i latticini. L’apporto di legumi raddoppia e viene introdotto il tofu.
  • Dieta vegana – Non ci sono prodotti di origine animale, quindi oltre a non esserci carne e pesce come nella vegetariana, non ci sono formaggi, latticini e uova. Frutta, verdura e cereali sono presenti in quantità simili a mediterranea e vegetariana. Mentre, ha una quantità di legumi maggiore e maggior quantità di fonti proteiche “alternative”, ossia seitan dalle proteine del frumento, tofu e un’alternativa vegetale allo yogurt e un po’ più di frutta secca. Inoltre, questa dieta è arricchita con semi oleosi (semi di girasole).

Le percentuali dei macronutrienti introdotti nelle diete rispettano quelle condivise dalle Linee guida nazionali per una sana alimentazione e sono:

  • tra il 54 e il 58% di carboidrati;
  • tra il 14 e il 18% di proteine;
  • tra il 25 e il 30% di grassi.

L’impatto ambientale delle diete è stato calcolato su base settimanale con la metodologia LCA (Life Cycle Assesment), analizzando 18 distinti parametri tra cui asono stati selezionati i 3 più significativi (consumo di acqua, occupazione del suolo ed emissioni di CO2 equivalente) per mettere in evidenza le differenze tra le tre diete.

La dieta mediterranea è quella che pesa di più sull’ambiente in 17 delle 18 categorie analizzate (tranne l’uso di acqua rispetto a quella vegetariana) soprattutto a causa della carne e del pesce. Secondo i calcoli effettuati una persona adulta che segue la dieta mediterranea ogni settimana:

  • produce 15,08 kg di CO₂ equivalente (un parametro che tiene conto di tutte le emissioni dirette e indirette);
  • consuma 18,84 metri quadrati di suolo;
  • consuma 1.880 litri di acqua.

La dieta vegetariana, rispetto alla vegana prevede anche uova e latticini. Consuma più acqua della dieta vegana e della mediterranea per il consumo di formaggi. Secondo i calcoli effettuati un adulto che segue la dieta vegetariana ogni settimana:

  • produce 10,88 kg di CO₂ equivalente;
  • consuma 16,80 metri quadrati di suolo;
  • consuma 1.980 litri di acqua.

La dieta vegana è quella con il minor impatto ambientale totale, pesa il 32% in meno di quella mediterranea e il 18% in meno di quella vegetariana. Infatti, è la dieta che non prevede alimenti di origine animale (carne, pesce, latte e derivati, uova), i più impattanti sull’ambiente, e si basa sul consumo di cereali, legumi, verdura e frutta (fresca e secca), oli e bevande vegetali, semi. Secondo i calcoli effettuati una persona adulta che segue la dieta vegana ogni settimana:

  • produce 8,28 kg di CO₂ equivalente;
  • consuma 15,24 metri quadrati di suolo;
  • consuma 1.810 litri di acqua.

Risultato: la dieta vegana e vegetariana impattano meno sull’ambiente rispetto alla dieta mediterranea.

Fonte: Altroconsumo

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