Nel primo processo le vittime erano tutti dipendenti e il figlio del custode. Negli ultimi anni sono una quindicina i casi di ex lavoratori della cava che si sono ammalati, segnalati dall’Osservatorio tumori professionali di Torino e provincia messo in piedi dal pm Guariniello. Nel primo processo contro i soli amministratori locali per la morte di una dozzina di persone, le vittime erano tutte dipendenti a eccezione di un bambino, il figlio del custode. Nel fascicolo il magistrato sta invece raccogliendo i casi di malattie asbesto-correlate contratte non solo tra gli ex operai ma anche dalla popolazione residente nella zona. L’ultimo caso segnalato nei giorni scorsi alla procura è quello della moglie di un ex operaio della cava alla quale i medici dell’ospedale di Lanzo hanno diagnosticato l’asbestosi. La donna, 67 anni, non ha mai varcato i cancelli dell’amiantifera di Balangero, ma si sarebbe ammalata spolverando e lavando le tute del marito, che ci ha lavorato per più di vent’anni. Il caso della donna è considerato particolare dagli inquirenti perché sono i tumori come il mesotelioma a essere più diffusi tra i familiari di chi ha lavorato a contatto con l’amianto, mentre l’asbestosi è più frequente tra gli ex lavoratori.
È abbandonata dal 1990 ma la messa in sicurezza deve ancora essere completata. La cava è stata di proprietà della Eternit dal 1951 fino al 1983, ma fu definitivamente abbandonata solo nel 1990. Per molto tempo, però, ha continuato a rappresentare un grande rischio ambientale e la sua messa in sicurezza deve ancora essere completata.