Amianto: presentato il ricorso contro l’assoluzione degli ex manager della centrale di Turbigo

Lo scorso 28 febbraio i quattro ex dirigenti Enel sono stati assolti “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di omicidio colposo, in relazione alla morte per mesotelioma pleurico di otto operai dello storico impianto in provincia di Milano. Per il giudice, infatti, non sono state dimostrate le loro responsabilità.

Il pm Maurizio Ascione ha presentato ieri il ricorso contro la sentenza di primo grado del tribunale di Milano, che lo scorso 28 febbraio ha assolto “per non aver commesso il fatto” quattro ex dirigenti Enel. Paolo Beduschi, Valeriano Mozzon, Alberto Negroni e Paolo Chizzolini erano accusati di omicidio colposo in relazione ai casi di otto operai della storica centrale termoelettrica di Turbigo, alle porte della metropoli lombarda, morti dopo aver respirato polveri di amianto nello stabilimento, in cui avevano lavorato tra gli anni Settanta e Ottanta.

Nelle motivazioni della sentenza, depositate nel mese di maggio, il giudice Beatrice Secchi, pur riconoscendo che non ci sono dubbi sul fatto che gli otto operai si ammalarono e morirono per gli effetti del mesotelioma pleurico provocato dall’inalazione di fibre di amianto, ha accolto la tesi della difesa, sostenendo che non sono state dimostrate in modo certo le responsabilità degli ex dirigenti di Enel. Secondo l’accusa, che aveva chiesto di condannarli a pene comprese tra due e otto anni e mezzo di carcere, gli imputati invece non applicarono adeguate misure di sicurezza e prevenzione.

La data del processo d’appello dovrebbe essere fissata nei prossimi giorni. Il pm Ascione ha chiesto di essere applicato per poter rappresentare la pubblica accusa anche nel processo d’appello. Un analogo ricorso contro la sentenza di primo grado, emessa dai giudici della quinta sezione penale del Tribunale di Milano, era già stato annunciato da alcune delle parti civili, tra cui Medicina democratica e l’Associazione italiana esposti amianto. Nel processo di primo grado si erano costituiti parti civili anche il Comune di Turbigo e l’Inail, che avevano chiesto un risarcimento complessivo pari a tre milioni e 800mila euro.

Fonte: INAIL

Approfondimenti

Precedente

Prossimo