“Amianto, problema irrisolto” i dati e le proposte di CGIL, CISL e UIL Lombardia

Lontani da una Lombardia “Amianto-free”: 450 decessi l’anno per neoplasie dovute ad amianto. In aumento i siti contaminati (204.988, oltre 5.000 in più del 2016). Le proposte dei sindacati regionali sul fronte sanitario e ambientale.

CGIL, CISL e UIL Lombardia hanno voluto fare il punto della situazione amianto nella regione nel convegno “Amianto, problema irrisolto” sottolineando il valore della prevenzione e della sorveglianza sanitaria.

Lombardia ancora lontana da una situazione “Amianto-free”. L’ultima rilevazione regionale (febbraio 2017) evidenzia un ulteriore aumento rispetto al 2016: 204.988 siti (+5.126), di tipo pubblico (12%) e privato (88%), pari a oltre 4,9 milioni di metri cubi di materiali contenenti amianto (erano 4,4 nel 2016). In Lombardia si stima che ci sia la presenza di almeno il 35% del totale dell’amianto presente in Italia, un esempio per tutti Broni, secondo tra i 34 siti più a rischio del Paese.

A venticinque anni dalla messa al bando con la legge n. 257 del 1992, l’amianto continua ad uccidere. Ogni anno in Italia i decessi per neoplasie dovute all’amianto sono circa 4.000, con una crescita significativa delle vittime civili che non necessariamente hanno avuto una vita lavorativa di esposizione all’amianto, ma che hanno vissuto in ambienti contaminati. In Lombardia si stima che il numero sia pari a 450 decessi l’anno.

Il Piano Nazionale Amianto dei Ministeri della Salute, dell’Ambiente e del Lavoro approvato nel 2013 tarda ad essere applicato e i sindacati hanno sottolineato l’opportunità di un intervento deciso di Regione Lombardia nell’ambito della Conferenza delle Regioni per sollecitare un’accelerazione del processo di messa a regime.

Le proposte di CGIL, CISL e UIL Lombardia:

SUL FRONTE SANITARIO
– Potenziare il sistema di sorveglianza sanitaria regionale e assicurare interventi con modalità e procedure omogenee su tutto il territorio; occorre inoltre implementare il Registro degli esposti ed ex esposti e potenziare il Registro Mesoteliomi, inserendo anche i tumori a bassa frazione eziologica.
– Informare la popolazione sul rischio di esposizione prevedendo degli “Sportelli amianto” per la diffusione capillare delle informazioni ai cittadini, relativamente alle modalità di bonifica dell’amianto presente negli edifici (possibilità di micro raccolta, di auto rimozione, eventuali contributi regionali, ecc..).
– Prevedere un piano di informazione sostenuto anche da un adeguato percorso formativo destinato alla polizia municipale, alle guardie ecologiche, agli operatori delle ATS e ai Comuni, e a tutti coloro che dovranno fornire le informazioni ai cittadini.

SUL FRONTE AMBIENTALE
– Procedere ad un censimento completo, da parte di un soggetto pubblico, del materiale contenente amianto, sia a matrice compatta che a matrice friabile, in modo da integrare i dati ottenuti attraverso le autocertificazioni.
– Realizzare la Conferenza regionale dei sindaci, per far emergere la situazione relativa alla presenza di amianto in Lombardia e promuovere le inderogabili bonifiche degli ambienti di vita e di lavoro, a partire dagli edifici scolastici e complessivamente del patrimonio edilizio pubblico.
– Individuare risorse finanziarie regionali che consentano ai Comuni di disporre di contributi mirati e prevedere altresì un Fondo Regionale per sostenere la rimozione dell’amianto per gli incapienti, impossibilitati a godere del bonus ristrutturazione e in caso di obbligo predisposto dai sindaci a tutela della salute pubblica. Inoltre il Fondo regionale dovrebbe supportare le politiche di incentivazione per bonifiche operate dai proprietari di abitazioni civili e commerciali.
– Attivare progetti sperimentali di rimozione e bonifica dell’amianto.
– Incentivare la ricerca di metodi alternativi di inertizzazione per il materiale friabile e a matrice compatta.

Approfondimenti

Precedente

Prossimo